martedì 26 novembre 2024


16/07/2010 18:19:20 - Provincia di Taranto - Attualità

Lo sostengono i miticoltori tarantini

 
 
Se a Taranto aumentano i casi di gastroenterite, la colpa è delle cozze greche. Lo sostengono i mitilcoltori tarantini, i quali chiedono al Comune di promuovere meglio le produzioni locali e alle Forze dell'ordine di fare controlli più accurati nelle celle frigorifere dei container che trasportano frutti di mare provenienti dall'estero.
«Non è raro - spiega Mario Imperatrice, biologo marino - che, occultati nelle stive, dietro gli altri frutti di mare destinati alla vendita sul mercato locale, ci siano cozze e vongole trasportate senza il regolare pagamento delle dovute imposte fiscali. A quel punto è chiaro che questi mitili saranno venduti ad un prezzo più basso di quelli locali. Il danno, in questo caso, non è solo economico per gli operatori del settore, penalizzati da una concorrenza sleale, ma anche per i consumatori. Basti pensare alla recrudescenza dei ricoveri per gastroenterite in quest'ultimo periodo. E' evidente che queste cozze non sono sottoposte agli stessi controlli di quelle locali».
 
Ma cosa invoglia i consumatori ad acquistare cozze straniere e non tarantine? «Bisogna innanzitutto premettere - dice Luciano Carriero, mitilicoltore della cooperativa “Cielo azzurro” - che le cozze straniere che arrivano sui nostri mercati sono principalmente di provenienza greca. Il nostro mercato è stato praticamente invaso dai mitili greci in maniera davvero inspiegabile negli ultini dieci giorni, visto che solo qualche settimana fa la Grecia aveva seri problemi di carattere sanitario. Detto questo, le cozze greche vengono vendute facilmente ai consumatori in quanto spacciate per nostrane. Riescono a farsi spazio sul mercato tarantino grazie all'abbattimento del prezzo che è inferiore rispetto a quello delle nostre cozze. Vengono infatti vendute a 40 centesimi al chilogrammo contro i 50-60 centesimi delle nostre».
 
E in cosa consiste la differenza qualitativa? «Decisamente nel sapore - dice Carriero - che è diverso. Non a caso la cozza tarantina è più pregiata e la sua genuinità è riconosciuta a livello nazionale. Per questo chiediamo controlli più severi».
 
«Il sapore delle nostre cozze - sostiene Carlo Martello, presidente di Confcooperative provinciale - è più acidulo rispetto a quello delle cozze greche. E, per chi sa riconoscere i sapori locali, è subito evidente. Il problema è che i consumatori possono accorgersene solo una volta che portano in tavola il piatto. Il Comune faccia allora la giusta promozione delle nostre produzioni».










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