«Un atto vile e crudele che non deve assolutamente ripetersi»
L’avvelenamento di numerosi gatti all’interno di una colonia irregolare situata in un terreno sulla via Tarantina Vecchia ha scatenato un'ondata di indignazione tra i residenti. Il tragico evento è avvenuto presumibilmente all’inizio di giugno, suscitando profonda preoccupazione e rabbia.
«La colonia felina, collocata al secondo isolato a destra presso San Pietro in Bevagna, è stata vittima di un atto vile e crudele che non deve assolutamente ripetersi. La comunità locale sta ora chiedendo interventi immediati per proteggere questi animali indifesi» scrive in una mail Marilou Loiacono.
«Una signora residente nella zona è riuscita a salvare una gatta avvelenata, confermando la natura del gesto. Questo intervento tempestivo ha impedito che il bilancio fosse ancora più tragico, ma evidenzia la necessità di misure preventive per evitare ulteriori episodi.
È fondamentale che tutta la comunità sia informata di questa terribile situazione affinché si possano adottare misure immediate per proteggere gli animali. La protezione e il rispetto degli animali sono principi fondamentali di una società civile e il loro mancato rispetto è un segno di profonda barbarie.
In risposta a questo atto atroce, facciamo un appello urgente al Comandante dei Vigili Urbani, al sindaco e al direttore dell'ASL Veterinaria per un intervento tempestivo. Le autorità sono sollecitate a individuare i responsabili e a garantire la sicurezza delle colonie feline presenti nel territorio.
Gli animali meritano rispetto e protezione. Non possiamo tollerare che atti così crudeli rimangano impuniti. Solo con un impegno collettivo possiamo porre fine a questa barbarie e garantire un futuro sicuro per gli animali della nostra comunità.
La comunità è invitata a unirsi per fare la differenza. Condividere questa notizia e diffondere la consapevolezza è essenziale per far sentire la voce di chi non può difendersi da solo.
Per ulteriori informazioni e per unirsi alla causa, i residenti sono invitati a contattare le autorità locali».
(foto d’archivio, ndr)