venerdì 22 novembre 2024


25/06/2024 08:15:09 - Manduria - Attualità

«Il Comune di Manduria ci sembra trascuri completamente la finalità generale del PNRR relativa proprio alla sostenibilità ambientale, nel momento in cui decide di sostituire 150 alberi con appena 40»

Vi proponiamo il report della tavola rotonda che Archeoclub ha organizzato con la sezione di Taranto di Italia Nostra, ed Azzurro Ionio riguardo al progetto che coinvolge viale Mancini. Questo documento è stato inviato, tramite protocollo, al sindaco, all’assessore Raimondo, a tutti i capigruppo, ai consiglieri Roberto Puglia, Fabrizio Mastrovito, Michele Matino, Gregorio Perrucci, Vito Perrucci, Pierpaolo Lamusta, Domenico Sammarco, Dario Duggento e Francesco Ferretti De Virgiliis. Ora tutta la politica è informata sul parere unanime di esperti che hanno sottolineato come questa scelta sia in netta controtendenza rispetto alle indicazioni scientifiche, all'orientamento di moltissimi paesi ed alle direttive europee e per la quale assurdamente si usano fondi europei.

 

«Le considerazioni e le richieste che seguono sono la risultante della tavola rotonda che si è tenuta, a porte aperte, presso la chiesa dello Spirito Santo in data 19 giugno, organizzata dalla sede di Manduria di Archeoclub, con l’ascolto di esperti agronomi forestali e la partecipazione di un vasto ed eterogeneo pubblico.

Gli obiettivi che il PNRR si propone sono sostanzialmente: l’innovazione, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo. Nelle parole della presidente della Commissione  Europea, una “piccola rivoluzione” volta a migliorare la qualità della vita dei cittadini, a cominciare dalla sfera ambientale, che si basa su una premessa: la cittadinanza attiva. Proprio di cittadinanza attiva l’incontro di cui sopra ha voluto costituire, ed è stato, un esempio. In linea con l’obiettivo della sostenibilità ambientale, in molte città d’Italia e d’Europa si sta procedendo a rinaturalizzare gli spazi pubblici e privati, incrementando il verde fin nelle facciate dei palazzi.

Il Comune di Manduria sta procedendo a realizzare un progetto di rigenerazione urbana che, se utilizza correttamente i fondi afferenti alla Missione 5-Inclusione e coesione, per la Componente 2 (Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore), per ristrutturare e portare a nuova vita l’ex Piazza Coperta, che ci auguriamo diventi realmente un polo di attrazione sociale, culturale ed economica, ci sembra trascuri completamente la finalità generale del PNRR relativa proprio alla sostenibilità ambientale, nel momento in cui decide di sostituire 150 alberi con appena 40.

Se uno degli scopi della “piccola rivoluzione” di cui sopra è quello di ricreare un ambiente urbano più favorevole alla nostra vita, esso si dovrebbe concretizzare nell’impegno a riportare il più possibile la natura in città, non certo nel diminuire gli spazi verdi. Non si tratta di un capriccio romantico, poiché ne va della nostra salute: i livelli di Co2 nell’aria che respiriamo (oltre 400 parti per milione), le temperature sempre più estreme, stanno rendendo le nostre città invivibili, in particolare proprio per quelle categorie di cittadini fragili ed emarginate, ad esempio gli anziani, che il progetto si propone di integrare, assicurando loro spazi di nuova socialità.

Veniamo ad un’altra premessa del PNRR: la cittadinanza attiva. E’ ormai un dato acquisito, a livello di legislazione italiana e di direttive europee, che i cittadini debbano collaborare e coprogettare con le amministrazioni tutti quegli interventi che incidano sulla vita di tutti: tra questi sicuramente quelli che mutano la fisionomia delle città. Strade, piazze, monumenti sono presenze che configurano il nostro vissuto sin da bambini e contribuiscono a renderci ciò che siamo; tra queste presenze noi Manduriani dobbiamo necessariamente annoverare anche gli alberi di un viale che tutti, per un motivo o per l’altro abbiamo percorso, in cui abbiamo giocato, abbiamo imparato ad andare in bicicletta, abbiamo scambiato chiacchiere e confidenze. Gli alberi fanno parte della storia, individuale e cittadina; altrove alberi monumentali, come a ben diritto possono essere considerate alcune delle robinie di Viale Mancini e, in particolare, i due cipressi nei pressi della chiesa dell’Immacolata, vengono tutelati e valorizzati, rendendoli un fulcro della vita cittadina. Il progetto in essere li sacrifica tutti senza pietà, sulla base di scelte programmatiche e motivazioni scientifiche che, laddove presenti, non sono state adeguatamente condivise con la popolazione.

Siamo consapevoli che alcuni di essi stiano per terminare il loro ciclo vitale, anche a causa di interventi di cura e manutenzione assolutamente inadeguati , in quanto affidati nel tempo a mani incompetenti; ma riteniamo che si sarebbero dovute prendere in esame altre possibilità, quali un abbattimento parziale e programmato degli esemplari “ammalati”, una sostituzione progressiva,anche con specie diverse,un accrescimento delle porzioni di suolo destinate a verde, il tutto sorretto da una visione e da un progetto complessivo, affidato a chi questi interventi li fa di mestiere.

Siamo inoltre estremamente perplessi riguardo alla scelta del Ginko Biloba per i nuovi impianti lungo il viale, albero bellissimo, ma del tutto estraneo alla nostra tradizione, laddove la stessa relazione generale parla di sostituzione con piante autoctone, finalizzata in qualche modo a “ricucire” lo spazio urbano al territorio circostante. Si potrà obiettare che neanche le robinie non sono piante autoctone, ma esse sono ormai del tutto naturalizzate nel nostro territorio, oltre che parte integrante del nostro immaginario.

Non vogliamo entrare in considerazioni riguardanti una pista ciclabile che inizia e termina nel giro di pochi metri: forse la Missione 5 del PNRR a cui si è scelto di accedere considera indispensabile, ai fini della concessione del finanziamento, l’inserimento di aspetti di mobilità sostenibile?

Ciò che vogliamo sottolineare è che non si è tenuto conto della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, che preserva gli alberi monumentali e, tra questi, considera anche i viali alberati. Archeoclub intende muoversi, nell’imminenza, in direzione di un riconoscimento di questo tipo, col ricorso alla consulenza di esperti.

Concludendo, riteniamo che non sia impossibile , anche alla luce di quanto previsto nella Relazione Generale, laddove lascia un margine di libertà per progettista e appaltatore per la scelta del verde,immaginare di realizzare una variante in corso d’opera che, preveda di mantenere,se non di accrescere,il numero di piante esistente, di salvaguardare gli alberi in salute e di sostituire progressivamente  quelli ammalorati, o che andranno ad ammalorarsi nel tempo, con esemplari di specie autoctone( si tende oggi a creare viali anche non omogenei), purché sostenuta da un progetto complessivo, che abbia e renda chiaro ai cittadini, il risultato finale».

 

Archeoclub d’Italia sede di Manduria











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