venerdì 22 novembre 2024


28/06/2024 08:17:36 - Manduria - Attualità

Sulla panchina rossa il messaggio universale che l’opera vuole veicolare: “Io dono non so per chi, ma so perché”

A Manduria la sezione è attiva da ben 37 anni. Il cuore di quest’associazione è costituita da un volenteroso gruppo di attivisti che “donano” tutto il proprio tempo libero per sensibilizzare l’opinione pubblica su tema importante: quello della donazione degli organi. Un gesto infinitamente grande che offre una seconda possibilità di vita a coloro che si trovano in una situazione di estremo bisogno.

Non si fermano mai. Incontrano, tutti gli anni, gli studenti dei vari istituti di Manduria e della zona, seminando, in loro, il concetto di amore nel cuore, essenziale per compiere gesti generosi. Promuovono incontri e sono in prima linea anche nei vari eventi che coinvolgono la comunità: ultimo, in ordine cronologico, la Festa dello Sport.

La loro ultima “opera” è la panchina AIDO. Verniciata di rosso e con un messaggio di vita: “Io dono non so per chi, ma so perché”.

«Il gesto della donazione è un atto di pura generosità e solidarietà verso il prossimo» ha affermato ieri sera la presidente della sezione AIDO di Manduria Mari Malorgio. «“Io dono non so per chi, ma so perché” esprime la filosofia che guida i donatori, la consapevolezza dell’importanza del loro gesto e la volontà di contribuire al bene comune, con un atto d’amore e solidarietà incondizionati».

Per questa panchina, inserita nella campagna di sensibilizzazione denominata “Il percorso di un si”, la sezione AIDO ha scelto un lungo centrale della città: corso XX Settembre, nei pressi della farmacia H24. Una zona di passeggio, ma anche di passaggio, quasi a voler ricordare ogni giorno, all’intera comunità, l’importanza di questo gesto. Contribuirà ad abbellire il contesto urbano e consentirà ai passanti di interrogarsi sul significato di ciò che vedranno, nella speranza che la riflessione che ne scaturirà possa terminare con un grande si alla vita e alla donazione degli organi. Perchè con questo gesto estremo non si donano solo organi, cellule e tessuti, ma anche un messaggio di speranza e vicinanza, importante per guarire tanto quanto le cure stesse.

All’intera sezione AIDO di Manduria la nostra redazione (ma crediamo anche l’intera città) rivolge un grande plauso. Sezione che annovera, oltre alla presidente Mari Malorgio, anche il presidente provinciale Giuseppe Dimonopoli, nonché la vice presidente vicaria e braccio destro di Mari Malorgio, Graziella Tarentini, la vice presidente Marina Dinoi, la segretaria Tiziana Dimonopoli, l’amministratrice Claudia Moscogiuri, e i consigliere Maria Rosaria De Tommaso e Bruno Moscogiuri.

Ieri sera la cerimonia di inaugurazione della panchina, alla quale sono intervenuti il parroco della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli don Teodoro Tripaldi, il sindaco Gregorio Pecoraro, le assessore Fabiana Rossetti e Luigia Lamusta. Con loro anche Leonardo e Lucia, i genitori di Gabriella: davanti al dramma della perdita della loro cara figliola, non esitarono, alcuni anni fa, a concedere l’assenso alla donazione dei suoi organi, esaudendo il desiderio che Gabriella aveva più volte espresso.

«La sensibilità verso chi soffre deve diventare cultura» le parole di don Teodoro Tripaldi. «Per me, cristiano, è un obbligo. Voi laici, con questa vostra opera, ci insegnate cosa significa amare. Ecco, invito tutti a mettersi nei panni di chi soffre e di vedere in lui il volto di Cristo».

 

 











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