La “manicula” è un originale segno grafico posto a margine della pagina di un libro, raffigurante una piccola mano chiusa, con il solo indice teso a indicare un passo del testo che, per un motivo qualsiasi
Icona di creatività medievale, la “manicula” è un originale segno grafico posto a margine della pagina di un libro, raffigurante una piccola mano chiusa, con il solo indice teso a indicare un passo del testo che, per un motivo qualsiasi, il lettore (o il copista oppure, talvolta, l’autore stesso) vuole mettere in evidenza. Facente parte dei “marginalia figurati” (vere e proprie note figurate con cui i lettori medievali glossavano il testo, da piccoli segni di attenzione a veri e propri disegni marginali), la “manicula” si immerge nello spazio bianco lasciato dall’autore, dando vita a uno speciale fuori testo nel quale «si realizza la reazione osmotica del lettore alle parole dell’autore con cui può intimamente dialogare» (Cfr. Giulia Fasano in https://revistas.usal.es/dos/index.php/1576-7787/article/download/18444/18682).
I primi esempi di “maniculae” si hanno in Spagna nel XII secolo, mentre bisogna attendere il XIV e il XV secolo perché ne sia attestato l’uso anche in Italia, protrattosi fino al XVIII secolo.
La piccola mano (non sempre piccola), quando disegnata sui codici manoscritti, diviene frutto di particolare estro artistico, definendo degli stili grafici personali, talvolta impreziositi da eleganza e creatività. Nella maggior parte dei casi, infatti, il modello base viene liberamente variato: una mano che fuoriesce da un’elegante manica di giacca, con un bracciale al polso, dita inanellate, deformi o grottesche. In qualche caso si è di fronte a realizzazioni di alto valore artistico. È il caso delle “maniculae” autografate di Giovanni Boccaccio, che presentano un indice lunghissimo, e quelle di Francesco Petrarca, cinque dita e niente pollice, che definiscono un vero e proprio stile, il cosiddetto “Stile Petrarca”. Cfr. https://medievaleggiando.it/le-maniculae-manine-per-evidenziare-i-manoscritti-nel-medioevo/.
Con l’invenzione della stampa le “maniculae” diventano più uniformi e più realistiche, e vengono annoverate tra i caratteri tipografici. Inoltre, molto spesso, sono gli stessi scrittori a utilizzare quello spazio per spiegare ciò che è degno di nota, «il margine, che prima era il piano di lavoro, lo spazio di libertà del lettore, viene colonizzato dall’autore, che si preoccupa di fornire per primo note esplicative e commenti» (K. Houston).
E nel XXI secolo? Esempi di “maniculae” come espressioni grafiche di un messaggio verbale li ritroviamo nelle moderne emoji, nella forma che può assumere il cursore del mouse per indicare un collegamento ipertestuale e, soprattutto, nel pollice del ‘Mi piace’ di Facebook , associato a un testo o immagine di nostro gradimento che desideriamo mettere in evidenza.
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