Il presidente di Confcommercio Avetrana sintetizza il sentimento di condanna della delegazione dei commercianti e degli operatori delle attività del turismo verso una narrazione cinematografica che riporta alla luce un trauma che la comunità locale ha faticosamente cercato di superare negli ultimi anni
“Quando il dolore diventa spettacolo e non ci si preoccupa dell’impatto che un film possa avere sulla immagine di una comunità. Il caso Scazzi è una ferita ancora aperta per la comunità locale e la serie tv “Avetrana - Qui non è Hollywood”, di imminente programmazione, appare come la spettacolarizzazione di una tragedia profonda, un atto di disprezzo verso il dolore dei familiari delle vittime e della comunità stessa.”
Con queste parole Toni Greco, presidente di Confcommercio Avetrana, sintetizza il sentimento di condanna della delegazione dei commercianti e degli operatori delle attività del turismo verso una narrazione cinematografica che riporta alla luce un trauma che la comunità locale ha faticosamente cercato di superare negli ultimi anni e che purtroppo si basava sullo stereotipo e il luogo comune - già proposto in quegli anni da una certa informazione - di una comunità e di un ambiente culturale arretrato in cui sarebbe maturato il delitto.
“Un film prodotto poco curandosi del danno che l’utilizzo del nome della città possa provocare all’economia locale, come giustamente stigmatizzano gli operatori del commercio e del turismo: un film che danneggia l’immagine turistica di Avetrana – sottolinea il presidente Greco- e che passa sulla dignità una comunità locale, senza tenere conto dell’impatto negativo che avere sulla vita delle persone”.