giovedì 10 ottobre 2024


10/10/2024 18:14:17 - Manduria - Attualità

Una lettera inviata all’Amministrazione di Manduria: «Perché non coinvolgere i cittadini facendoli diventare custodi degli alberi, preziosi giardinieri della collettività, per il benessere delle piante e anche del proprio?»

«Mi permetto di scrivervi poiché la mia professione di architetto paesaggista mi porta quotidianamente a dialogare con la Natura e a riavvicinare l’uomo ad essa.

Fin dall’antichità ci si ritrovava intorno ad un albero per pregare, per mercanteggiare, per discutere di filosofia, per baciarsi e abbracciare anche l’albero stesso, in segno di riconoscenza nei confronti della Natura.

Ho avuto l’occasione, alcuni anni fa, di passeggiare lungo il viale Mancini per raggiungere la stazione. Durante quella calda estate, è ancora vivo il ricordo dell’ombra fresca che punteggiava i suoi marciapiedi. Ombra regalata da un importante impianto di Robinia pseudoacacia, risalente alla seconda metà del secolo scorso.

Considero questo patrimonio vegetale come un monumento, storicizzato, un Landmark iconico di Manduria.

Credo che la maggior parte dei cittadini identifichi e difenda gli alberi come propri perché legati alla loro quotidianità e agli affetti.

Il calendario delle stagioni si rinnova con il soffio bianco e profumato di primavera, per la festa delle api mellifere, per poi attraversare la palette dei verdi teneri e arrivare all’oro dell’autunno. Momenti irripetibili, che solo la Natura in città può regalare.

Pertanto, si confermano alberi talmente radicati nella terra e nell’immaginario collettivo, che penso sia doveroso, prima di prendere la decisione definitiva di sostituirli, di fare un’attenta analisi agronomica di ogni singolo albero per salvaguardarli. Sono essere viventi, ciascuno con una sua personalità e con il suo portamento ed eventuali patologie.

Come un anziano necessita di cure, così ritengo che anche le Robinie di viale Mancini debbano essere considerate come un simbolo ed una testimonianza storica di Manduria, meritevoli di raggiungere il secolo.

Perché non coinvolgere i cittadini facendoli diventare custodi degli alberi, preziosi giardinieri della collettività, per il benessere delle piante e anche del proprio?

Concludendo con un aforisma di Franco Arminio, “in tutto l’universo solo qui è primavera: ogni anno si ripete puntuale il miracolo della fioritura.

Sarebbe ora di assegnare alle foglie il premio Nobel per la letteratura?”.

Continuiamo ad abbracciare le Robinie.

 

Marco Bay

Architetto paesaggista











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