Le critiche di Confcommercio alle modalità riscossive adottate da Equitalia
5 miliardi circa in 7 mesi. La lotta all’evasione fiscale ha dato i suoi buoni frutti anche al di sopra delle previsioni: la cifra ha superato del 9% quella recuperata nello stesso periodo dello scorso anno. Un tesoretto che ha portato nuova linfa alle casse dello Stato, grazie anche all’azione solerte di Equitalia.
Bene, benissimo se la lotta all’evasione fiscale viene condotta con metodi congrui che tengano conto della reale capacità reddituale delle aziende, ma se di contro si tratta di una manovra volta solo al recupero tout court dei crediti, senza cioè possibilità di confronto tra contribuente e soggetto riscossore, è evidente che vadano ripensate le modalità operative.
Ciò è quanto in sostanza è emerso in un recente incontro tra il parlamentare tarantino Ludovico Vico e i dirigenti di Confcommercio Taranto; riunione nella quale si è fatto il punto della situazione di disagio e di difficoltà economica che sta investendo diverse aziende del territorio provinciale che, sottoposte ad accertamento fiscale, sono risultate non in regola avvolte addirittura inconsapevolmente, non essendovi da parte di alcune esse la volontà di evadere le tasse.
L’aspetto sul quale ci si è soffermati nell’incontro con l’on.Vico attiene infatti le modalità riscossive adottate da Equitalia, volte al recupero delle cifre richieste secondo una tempistica ed un iter che non lascia margini (soprattutto la dove sono richieste cifre importanti) per una congrua dilazione dei versamenti. Pertanto, se da una parte lo Stato sollecita il sistema delle banche ad adottare strumenti (come la moratoria) volti a concedere una tregua finanziaria alle Pmi in crisi di liquidità, dall’altro, perseguendo politiche fiscali particolarmente incalzanti, sottrae a queste stesse imprese in crisi qualsiasi possibilità di ripresa.
Una contraddizione in termini che si manifesta in tutta la sua drammaticità, laddove le micro e piccole imprese non in grado di assolvere alle pressanti richieste di Equitalia si vedono contestualmente chiudere (poiché automaticamente segnalate alla centrale rischi) i rubinetti del credito bancario al quale vorrebbero accedere per ripianare i debiti con il fisco.
Insomma, una situazione che rischia di incancrenire lo stato di crisi di decine e decine di piccole e medie aziende alle prese con il calo della produzione, la contrazione dei consumi e il ritardo dei pagamenti soprattutto nel caso in cui il committente sia un soggetto pubblico. Ciò che infatti risulta di difficile comprensione è come lo Stato si comporti da cattivo pagatore in presenza di appalti pubblici e da solerte esattore di quelle stesse aziende sue creditrici che hanno la fortuna/sfortuna di lavorare nel settore pubblico.
Recentemente, a livello nazionale, è stato siglato un accordo tra Confcommercio Imprese per l’Italia ed Equitalia, volto a gettare le basi per una collaborazione tra le parti finalizzata a fornire assistenza alle realtà imprenditoriali da attuare attraverso la consulenza, la formazione ed altre soluzioni dedicate. Secondo l’accordo, saranno inoltre realizzati incontri specifici per monitorare i risultati raggiunti.
Anche a livello provinciale Confcommercio si attiverà nel tentativo di aprire un fronte di confronto tra le imprese joniche ed Equitalia. Intanto, Confcommercio, su istanza delle imprese locali, si farà promotrice di una forte azione di sensibilizzazione dei parlamentari jonici affinché le forze politiche ed il Governo abbiano contezza che le imprese joniche sono pronte ad attuare forme di protesta contro una politica fiscale che rischia di trasformarsi in lotta contro chi le tasse le paga, e di affossare la già precaria economia locale.
L’on. Vico ha concordato su questo percorso e ha assicurato -a livello parlamentare- il proprio personale e contestuale impegno affinché sia individuata una modalità operativa più equilibrata ed attenta ai bisogni delle PMI.