Confcommercio: «Avochiamo a Confcommercio il ruolo di ‘tessitrice di Lidia’ »
La costituzione del Consiglio e l’individuazione del Presidente che dovrà guidare la Camera di commercio di Taranto è uno degli impegni fondamentali che Confcommercio Imprese per l’Italia-Taranto ha pubblicamente assunto nel corso della ultima Assemblea generale del 13 giugno, impegno che a distanza di un mese e mezzo è stato onorato.
Il 25 agosto prossimo i Consiglieri camerali torneranno a riunirsi per votare il candidato presidente, individuato dopo settimane di duro e a volte aspro confronto tra le associazioni.
Potrà finalmente chiudersi, una pagina complessa e sofferta di una vicenda che ha contrassegnato le relazioni interassociative e che indubbiamente negli ultimi anni ha avuto riflessi negativi su le politiche economico-promozionali del territorio.
«Un new deal –un nuovo corso- avviato grazie anche al ruolo assunto da Confcommercio Taranto che», spiega il presidente, Leonardo Giangrande «come promesso, ha mantenuto fede all’impegno di giugno, assumendosi dinnanzi ai propri soci la responsabilità di fare un passo indietro, anche quando vi sarebbero stati i numeri per concorrere legittimamente alla presidenza dell’Ente camerale. Abbiamo rinunciato ad una nuova presidenza di Confcommercio, chiedendo al nostro candidato -Michele Dioguardi (al quale va il riconoscimento dell’Associazione per la attenzione e lo spirito di servizio mostrato), di ritirarsi dalla corsa, avendo deciso di favorire il processo di distensione volto a favorire l’accordo tra le associazioni.
Siamo partiti dal presupposto che continuare ad alimentare la conflittualità che ha provocato il commissariamento dell’Ente, puntare su una maggioranza non condivisa dalle altre rappresentanze di categoria (avendo dall’altra parte del tavolo un protagonista importante del mondo associativo come Confindustria), non garantendo quella stabilità e quella progettualità condivisa necessaria ad un Ente di promozione come la Camera di commercio (alla luce soprattutto della nuova riforma), sarebbe equivalso a conquistare un fortino nel deserto. Sarebbe stato un atto di grave irresponsabilità verso il territorio e verso le imprese che vivono quotidiani e reali problemi, ostinarsi in un braccio di ferro dal quale vincitori e vinti sarebbero usciti comunque entrambi sconfitti.
Oggi crediamo invece di poter affermare che ha vinto la ragione, il buon senso, l’equilibrio, la mediazione, il dialogo, ed avochiamo a Confcommercio Taranto il ruolo di ‘tessitrice di Lidia’.
Così come la litigiosità della classe politica, per gli Italiani, secondo una recente indagine del Censis, rappresenta il principale problema del Paese, prima ancora di disoccupazione e tasse, analogamente nelle vicenda della Camera di commercio le imprese e i cittadini hanno ravvisato nelle associazioni un livello di contrapposizione e di conflittualità non certo atto a garantire quella capacità di rappresentatività che il sistema economico ci sollecita. Come possiamo dialogare con le Istituzioni e con gli Enti locali se al nostro interno non abbiamo capacità di confronto e di sintesi. Ebbene poiché Confcommercio- come abbiamo più volte recentemente affermato- non è alla ricerca di poltrone, e poiché la buona politica, quella giusta per il bene delle imprese, è ciò che maggiormente ci preme, oggi siamo in grado di affermare che riusciremo (grazie anche alla sensibilità degli amici delle associazioni dell’agricoltura) a dare un governo alla Camera di commercio, ricercando il più ampio consenso su un programma di gestione dell’Ente che darà spazio alle imprese e alla promozione del territorio. Lavoreremo perché anche le associazioni -numericamente poco rappresentative all’interno del Consiglio camerale- che oggi non condividono il percorso intrapreso facciano parte di questa squadra che si appresta a rendere possibile la rinascita della Camera di commercio di Taranto».