lunedì 17 marzo 2025


17/03/2025 08:11:24 - Manduria - Attualità

Quest’anno siamo stati semplici spettatori del cammino di fede e ne abbiamo ricavato un’impressione: fosse anche per una sola volta nella vita, il percorso da Bevagna a Manduria va compiuto possibilmente dall’interno, per comprendere cosa significa camminare insieme, condividendo l’ansia della partenza, il ritmo e la fatica del percorso, la gioia dell’arrivo

Lu mesi ‘nnanzi Aprili cu nò deggia mai iniri”, sono soliti dire i pescatori, ed oggi comprendiamo il perché.

Lo scirocco soffia forte, e a malapena guadagniamo l’arenile, fermando con uno scatto fotografico il mare in tempesta.

In chiesa il Rosario è iniziato, ma non c’è posto per noi: ci rifugiamo all’esterno, sul lato di ponente del Santuario, mentre iniziano ad arrivare, alla spicciolata, i primi confratelli con i rudimentali “bordoni” di canna e i devoti, con i loro altarini.

E’ questo, sul piano della socialità religiosa, uno dei momenti più significativi della processione che si avvierà oggi: gli altarini verranno portati a spalla per tutto il percorso, dando al rito le tonalità inconfondibili della religiosità popolare. Tra i manufatti si segnala, per la sua valenza simbolica, una grande croce di legno, che il relativo gruppo di devoti porterà in processione sottoponendosi ad uno sforzo gravoso, che si inquadra nell’ottica penitenziale che informa da sempre questo cammino comunitario.

Il vento, ancora forte, muove l’abito dei confratelli, mentre arrivano i devoti forniti di ceste con il “pane di San Pietro”, che sarà distribuito come da tradizione a “Li Piacintini”. Compaiono infine i primi rami d’albero, caratterizzati dai segni della devozione: le immagini di San Pietro, San Gregorio e l’Immacolata, ornate con semplicità da fiori di campo e nastri colorati.

Finita la Messa, il corteo si avvia con ordine lungo la strada che conduce a Manduria, per accogliere, all’altezza di bosco Cuturi, i portatori di tronchi, che si assoceranno alla processione che avanza tra canti e litanie.

Nel pomeriggio la città, deserta, è avvolta in un silenzio irreale; i manduriani attendono l’arrivo della processione alla cappella della Pietà, riassettata per l’occasione. Il corteo procede con lentezza e, nel tardo pomeriggio, giunge finalmente in città, per prelevare la statua dell’Immacolata e radunarsi infine in piazza Garibaldi.

E’ un momento toccante: i portatori di tronchi, disposti in cerchio lungo il perimetro della piazza, formano una suggestiva coreografia, mentre il Vescovo richiama tutti alla necessità di compiere insieme il cammino della vita, con lo sguardo fisso alla persona di Cristo. L’occhio e l’obiettivo passano dall’espressione eloquente dei portatori di tronchi, allo sventolio festoso dei nastri colorati, sotto la luce fredda dei lampioni.

Si va poi tutti in chiesa Madre, dove i tre simulacri riassuntivi della religiosità popolare manduriana vengono sistemati sulla pedana, dove sosteranno, privi per l’occasione dei diademi di argento, per otto giorni.

Quest’anno siamo stati semplici spettatori del cammino di fede e ne abbiamo ricavato un’impressione: fosse anche per una sola volta nella vita, il percorso da Bevagna a Manduria va compiuto possibilmente dall’interno, per comprendere cosa significa camminare insieme, condividendo l’ansia della partenza, il ritmo e la fatica del percorso, la gioia dell’arrivo. Anche rinunciando a qualche scatto fotografico in più.

Nicola Morrone











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