venerdì 20 settembre 2024


06/09/2010 20:09:18 - Avetrana - Attualità

I  giorni di Sarah: cronaca di 10 giorni di indagini

A più di dieci giorni dalla sua scomparsa, spunta il tanto atteso testimone nella vicenda di Sarah Scazzi: si tratta di un giovane di Erchie, che, agli inquirenti, ha dichiarato di aver visto la giovane avetranese a circa 200 metri dalla sua stessa abitazione, situata in  via Verdi, a metà strada dalla casa di sua cugina, Sabrina Misseri, test chiave nell’inchiesta, in via Grazia Deledda.
La testimonianza del giovane è di importanza capitale, perché, se da un lato colma in parte il buco temporale di 12 minuti tra le 14:30 e le 14 e 42, giallo nel giallo per l’assenza di ogni elemento di allarme, dall’altro, conferma che la ragazza non era in compagnia.
Intanto gli inquirenti mettono sotto sequestro il computer delle biblioteca comunale usato dalla ragazza per navigare in internet, nella speranza di acquisire nuovi impulsi alle indagini, peraltro, a tutt’oggi senza alcun esito. Al fianco dei carabinieri di  Avetrana i loro reparti investigativi speciali, Racis e Rac, giunti da Roma nel centro ionico, per investigare con procedure scientificamente all’avanguardia sulla scomparsa della quindicenne, ingoiata dal nulla il 26 agosto e coordinate a livello locale, dal colonnello Antonio Russo.
In mobilitazione anche i sommozzatori, che dragano canaloni, fiumi e quanto di loro competenza, ed  gli elicotteri dell’arma dei Carabinieri, impegnati a perlustrare quella parte di mondo compreso tra cielo e terra, per cercare indizi del passaggio di Sarah. Al setaccio, il privato della ragazza: i suoi gusti musicali, le letture preferite i suoi diari, la sua filosofia di vita influenzata dall’emo, introspettiva all’ennesima potenza, i pc, ma
soprattutto i profili su facebook, ben quattro, sotto le mentite spoglie di pseudonimi, gestiti da sue amiche, terreno di interesse fondamentale dei reparti speciali per capirne di più su di lei, per definire meglio l’identikit di una giovane, vittima di una trappola organizzata da qualcuno di cui si fidava.
Le perquisizioni nelle abitazioni dei clan della zona si sommano agli interrogatori di amici e conoscenti, nel mentre il Procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, apre un procedimento penale contro ignoti per sequestro di persona.
Per quanto al vaglio degli inquirenti restino aperte tutte le piste, i moventi seguono l’andamento delle indagini, spostandone il piano, dal sequestro di persona a scopo di estorsione, a quello a sfondo sessuale, fino ad approdare all’ultima ipotesi caldeggiata:
l’allontanamento volontario, organizzato dalla stessa ragazza per fuggire da una realtà che le stava ormai stretta, sussurrato, appena appena accennato, trasversalmente presente nel giallo della sua scomparsa, ormai si chiama così, forse per evitare di urtare la sensibilità dei genitori, in angoscia da 10 giorni.
Ai numerosi appelli di genitori, familiari, conoscenti ed amici, giungono anche quelli della giunta comunale, nelle parole del primo cittadino avv. Mario De Marco: «Chi sa, parli!.. non si può accettare che una ragazza scompaia nel nulla,.... andate nei casolari a controllare!»,  già solerte nel far stampare volantini e cartoline allo scopo di rendere noto a tutti il volto della giovane concittadina, con tanto di numeri di telefono dei
carabinieri per  tutte le segnalazioni, tra l’altro copiose, e che vorrebbero Sarah ovunque, sovraccaricando il lavoro dell’Arma, impegnata, insieme alla Protezione Civile ed altre associazioni di volontariato, nell'ispezionare, palmo a palmo, centimetro per centimetro, masserie, casolari abbandonati, pozzi, campagne, e terreni incolti. Insomma una task force in servizio h 24 per scongiurare il peggio, che serpeggia inespresso, momento dopo momento, temendo l0irreparabile.
Il mistero di Sarah appesantisce il bilancio degli scomparsi eccellenti, se così si può dire, onnipresenti guest star privilegiate di “Chi l’ha visto”, quali Denise Pipitone, Santina Renda, Manuela Orlandi, Angela Celentano e tanti altri, per indicare solo alcuni nomi, cresciuti anagraficamente  nella loro assenza e fisicamente nelle ricostruzioni degli addetti ai lavori, per attualizzarne i profili e per tenere alto il livello di attenzione dell’opinione pubblica, utile più di tutto.
Ci auguriamo, almeno in questo caso, che l’esperienza maturata in precedenza, per altri scomparsi, non debba segnare la storia di una giovane divenuta, all’improvviso, il fatto del giorno a portata di mano.

Mimmo Palummieri










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