venerdì 20 settembre 2024


14/09/2010 00:07:55 - Avetrana - Attualità

ll quarto grado di Sarah

Com’era prevedibile, alle porte di un autunno televisivo di fresca inaugurazione, la vicenda di Sarah Scazzi, approda in televisione e dalla carta stampata, passando per le quotidiane notizie flash, le lunghe dirette delle tv locali ed i brevi comunicati posti all’interno della cronaca delle reti ammiraglie, si è arrivati allo speciale dei palinsesti del tubo catodico che si passeranno la staffetta sul fatto.
Ieri sera, di scena “Quarto grado”, su Retequattro, con Salvo Sottile al timone, la finestra settimanale aperta sulla cronaca delle reti Mediaset. E di quarto grado si è trattato nel corso della trasmissione, dall’inizio alla fine, e non soltanto nel titolo, ma anche nella dinamiche dell’interrogatorio, indiretto, indotto o dedotto, alla mamma della quindicenne, la sign. Concetta, estranea alle dinamiche televisive, visibilmente  provata, con le labbra strette dal dolore, il viso corrugato, lo sguardo perso, e le parole  soffocate tra i denti per non cadere in tentazione di fronte alle telecamere.
Da Avetrana, collegamento in diretto con il sindaco, avv. Mario De Marco, autore di numerosi appelli alla cittadinanza perché chi sa parli, in diverse occasioni, un gruppo di esponenti delle giunta comunale, comuni cittadini, appartenenti all’associazione Penelope, una professoressa di Sarah, che ha ribadito il senso di responsabilità della ragazza, sua alunna.
Il canovaccio procede tra filmati inediti di una vacanza romana, una Sarah con la cugina Sabrina, a suo agio nella città fagocitata in ogni suo aspetto e quelli ormai familiari a noi tutti,oggetto delle riflessioni di esperti psicologi, grafologi, e giornalisti, tra ipotesi e pseudo analisi a distanza.
Sarah alla risonanza magnetica, il suo screaning caratteriale si incrocia con quello psicologico, la mamma alla graticola, ma con eleganza, quel tanto che basta per insinuare il sospetto di un allontanamento volontario per indigesto clima familiare, una matassa di inespressi sospetti, quel tanto che basta per dire che la situazione non è chiara agli esperti.
Troppe zone d’ombra per raccontare una Sarah, vittima, carnefice, killer di sé stessa, quando si tratta di pianificare una fuga a  puntino, in parte annunciata?  Notizie vecchie e nuove per raccontare il dramma collettivo di un paesino alla ribalta, in stato d’assedio dalle forze dell’ordine, “un dispiegamento senza precedenti”, lo ha definito l'on. Mantovano, “che ha saputo far tesoro, di errori in precedenza commessi dai reparti investigativi”.
Ai tempi supplementari, un ultimo servizio: qual è il clima del centro ionico dal quale voleva scappare? Una periferia deserta, un far west bagnato da una pioggia battente, le vesuviane in bella mostra, gli scorci del centro storico, detti da cartolina, ma presagio
per le nuove generazioni di fughe preannunciate. Non aiutano certo le testimonianze  di qualche passante, celebre per caso, abbagliato dal miraggio della prima volta in televisione, forse l’ultima, testimone di una realtà statica, senza cinema, con due pub, un centro sportivo dismesso da cinque anni,
due palestre , qualche bar, con i gratta e vinci in bella mostra. La realtà di Sarah in una manciata di secondi a contrasto con la diretta dalla sua stanza, scrigno del suo mondo di adolescente, metafora dei suoi coetanei. A pochi minuti dalla conclusione, l’incontro di una coppia di fidanzati con Sarah, su una metropolitana di Milano, rompe l’attesa di questa due settimane ed oltre, in fatto di avvistamenti. La testimonianza parla di una Sarah in short, serena, che nell’interrompere la conversazione dei due ragazzi ricorda un cane, del quale poi viene fatto vedere il video, realmente esistente, amato dalla giovane. Non sembra convinta la mamma di Sarah, l’abbigliamento descritto non corrisponde.
Le lettere di una grafia rivolte a sinistra e dunque al passato, dai caratteri tondeggianti, disseminate tra le righe di un compito scolastico la prova di conflitti all’interno della famiglia e di una realtà stretta .
Siamo punto ed a capo: scomparsa volontaria o rapimento? Due ore di diretta che di fatto aiutano a tenere accesi i riflettori, ma che non spazzano le incertezze legate a questa brutta storia.
Intanto, emerge l’ennesimo colpo di scena nel caso Claps, a 17 anni dalla scomparsa della ragazza potentina, il cui corpo è stato ritrovato a marzo nel sottotetto della Parrocchia della Santissima Trinità a Potenza. Il cadavere scoperto già dal 1996, la notizia bomba di oggi, fango su fango di una vicenda senza fine, che, da sola, espone
maggiormente la chiesa locale a critiche per le serie ipotesi di coinvolgimento
nella vicenda della stessa. Chi vivrà vedrà, è proprio il caso di dirlo.
 
Mimmo Palummieri
 
 










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