martedì 26 novembre 2024


16/09/2010 07:07:23 - Provincia di Taranto - Attualità

L’importanza di consentire al lavoratore luoghi sicuri in azienda

 
Due incidenti sul lavoro. Uno a Capua e uno a Pistoia. Muoiono quattro operai, tre uccisi dalle esalazioni di un silos in manutenzione e uno schiacciato da un macchinario per il riciclo di rifiuti. Sono tre italiani e un romeno e le loro vite finiscono sul posto di lavoro. È la cronaca di questi giorni. L’11 settembre 2010 in Italia verrà ricordato per l’ennesima tragedia in fabbrica. Soltanto qualche giorno prima il ministro Tremonti, a proposito della legge sulla sicurezza sul lavoro, parlò di «lusso che non ci possiamo permettere».
Da questa affermazione è nato il titolo del dibattito che si è svolto ieri sera in Villa Peripato a Taranto, nell’ambito della Festa Democratica Nazionale Lavoro (13 – 20 settembre). La salute e la sicurezza sul lavoro sono un lusso? A questa domanda hanno risposto gli ospiti saliti sul palco di fronte a una nutrita platea: Paolo Nerozzi (Sen. PD Comm. Lavoro), Claudio Stanzani (Pres. Sindnova), Giuseppe Berretta (On. PD Comm. Lavoro), Antonio Marinaro (Pres. Ance Taranto), Giovanni Battafarano (Lavoro&Welfare), coordinati dall‘avvocato Nunzio Leone. Il quale apre il giro di interventi introducendo i temi della serata.
La prima battuta è ovviamente per il ministro Tremonti: “Ci ha offerto lui lo spunto attaccando la legge 626”.  
Il senatore Nerozzi punta il dito contro “l’organizzazione del lavoro che fa dell’Italia l’ultimo paese in Europa per gli incidenti”. Sottolinea come i comparti “agricolo e edilizio sono quelli maggiormente interessati dagli infortuni gravi e da tragedie come quelle di Capua”. Indica poi la strada da percorrere: “occorre incentivare le aziende per cambiare i mezzi e le strumentazioni, ma soprattutto bisogna tornare a fare formazione”. “Nelle piccole imprese già al primo giorno di lavoro si verifica un incidente grave”. “A ciò si deve aggiungere il lavoro sommerso, e i lavoratori precari, spesso chiamati a svolgere lavori di cui non hanno alcuna competenza”.
Claudio Stanzani parla di come “negli anni ’70 a Taranto il problema della salute era una battaglia che si combatteva in relazione alla presenza della grande industria”. “Occorre valutare i rischi sui luoghi di lavoro per poter attuare piani di prevenzione”. “La formazione è importante e non basta fare solo informazione”. “In Europa accadono oltre 150.000 morti sul lavoro, 21.000 dovute all’amianto. Il 90% delle morti è legata a patologie e soltanto il restante 10% agli infortuni”. “La precarietà alza il rischio di incidenti, se poi si tratta di un precario immigrato, il rischio è cinque volte più alto”. “La legge 626 non è un adempimento amministrativo per le aziende come vuole far sembrare il ministro Tremonti”.
L’on. Berretta apre con l’attualità e ricorda come già “nel 1994 l’Europa si impose nei confronti dell’Italia sul tema della sicurezza sul lavoro. Non si esce dalla crisi tagliando sulla salute e sulla sicurezza”.
La parola passa poi a Antonio Marinaro dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) che fa il punto sulla situazione a Taranto e indica “la via della legalità per trasformare Taranto in un isola felice dove si possono sfruttare le opportunità che in fondo ci sono”.
Chiude il dibattito Giovanni Battafarano.
“Occorre puntare sulla cultura della prevenzione”. “A Taranto e provincia nel 2009 ci sono stati undici morti”. “Servono le ispezioni, il lavoro nero non permette di tutelare gli operai”.
E infine suggerisce “sull’esempio dei paesi scandinavi l’introduzione del bollino blu per aiutare e valorizzare le imprese che investono sulla sicurezza”.
 
Nicola Sammali










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