venerdì 20 settembre 2024


17/09/2010 12:14:32 - Avetrana - Attualità

«La vicenda di Sarah ci impone delle riflessioni amare...»

 
Carissimi genitori,
 
siamo consapevoli che in questo momento non di parole abbiate bisogno, ma di certezze, di una qualche notizia capace di infondere coraggio ed alimentare la speranza.
Ci rendiamo conto che, la necessità di raccontare, minuto dopo minuto. L’evolversi di una vicenda capace di ferire da sola l’intera comunità cittadina, le privi del più autentico significato. Eppure, solo attraverso le parole, post scriptum della fiaccolata del 10 settembre scorso, sentiamo l’esigenza di esprimervi la profonda vicinanza del paese, in ansia, da due settimane, per le sorti di Sarah.
Sono i sentimenti di noi genitori, padri e madri dell’Associazione Age di Avetrana a spingerci a farlo, rinnegando qualsiasi obbligo provenga da statuti o ordinamenti gerarchicamente intesi all’interno del nostro gruppo, ma solo la preoccupazione di tanti genitori che comprendono la difficoltà di essere tali nel mentre la famiglia viene vissuta
come la cellula impazzita di una società sul crollo di una crisi di nervi.
Desideriamo, perciò, con questa lettera ed altre iniziative, tenere sempre alto l’interesse dell’opinione pubblica e delle istituzioni, sul caso di Sarah, per impedire che l’abitudine alla notizia e la concorrenza di altri fattacci di cronaca, rendano la storia di questa ragazza, una notizia da rubricare alla voce: “Tempo scaduto, time out!!!”.
Vi giunga perciò la rassicurazione che l’associazionismo della grande famiglia Age intende appoggiare qualsiasi iniziativa contribuisca concretamente ad assicurare utili sviluppi alle indagini, una sorta di braccio destro della legge a vostra disposizione h 24,
pronto a scattare di fronte alle vostre richieste da concordare con gli organi inquirenti, una task force in servizio permanente, giorno e notte.
La nostra mano si unisca alla vostra, lontano da qualsiasi clamore mediatico, riscattando l’onore di una comunità accusata di omertà. La vicenda di Sarah ci impone delle riflessioni amare, le quali riconoscono a questa figlia d’Italia, il primato di avere risvegliato la coscienza collettiva intorpidita dalla distrazione di una vita ormai senza stimoli per i nostri ragazzi, colpevole di aver delegato al virtuale, l’oppio delle nuove generazioni e babysitteraggio a buon mercato, il ruolo di appendice, di norma socialmente acquisita, di codicillo da consuetudine consolidata dell’articolo 147, sminuendo l’autorevolezza di noi genitori, non più guide per i figli, ma complici e concorrenti del mondo alla deriva che gli stiamo lasciando in eredità.
“C’era una volta”, comincia così ogni nostro discorso, non più al passo con i tempi, in cui, la qualità dei rapporti si misurava sulle dita di una mano. Ci bastava solo una sua stretta per dare carattere eterno alla vita di relazione: era la prima lezione appresa dai genitori, scuola di saggezza ,giorno dopo giorno, anche alla soglie del matrimonio ed oltre, aforisma del “pochi ma buoni”. Il web segna un cambiamento brusco nella qualità dei rapporti, tanto da nuotarci contro; “più amici hai, più vali”, una collezione di figurine amorfe, senza la fisicità di un respiro, senza la sensibilità di un cuore capace di farne battere altri, tutt’uno con l’emozione del toccarsi e del vedersi.
L’illusione di definire spazi all’interno della casa facilmente controllabili, in parte influenzata dalla necessità di garantire alternativi e validi supporti all’apprendimento, 
ha allentato i nostri riflessi ed abbassato le difese immunitarie, anestetizzato l’istinto ed annebbiato la vista, inconsapevoli che, l’estraneità a linguaggi non appartenenti alla nostra formazione, diventasse il peggiore nemico, senza un volto, con un nome d’arte, ancora più pericoloso del lupo di Cappuccetto Rosso, della strega cattiva di Biancaneve, compagni di merende dello sconosciuto con le caramelle sempre da rifiutare, che hanno turbato i nostri sogni di bambini, e negato la stabilità al nostro equilibrio di adulti.
Il male aveva un nome, tra noi e lui c'era la nostra casa, lo si lasciava al di là di quello spazio, gli veniva negato ogni permesso di accomodarsi. Il resto è storia attuale, il prima, roba da antiquariato. Il pericolo viaggia via etere, si insinua dal buco della serratura, dagli stipiti di porte e finestre; attaccato alle pareti insieme all’antenna della televisione e altre diavolerie, sostituti della comunicazione verbale, da chiodi ed altro, all’interno di spazi domestici, una volta sacri ed inviolabili, succursali in scala casalinga, di violazioni da codice penale e fil rouge di un mondo unito da nord a sud, dalle tinte forti del noir e dell’horror.
Grazie Sarah, per averci ricordato di irrobustire e sbarrare le porte di casa, di espellere i virus dell’intrusione, per averci ricordato che quanti ci circondano non sono oggetti scontati, in movimento per caso, da rottamare o con data di scadenza.
Grazie per averci strillato la tua giovinezza, la tua voglia di vivere, per aver denunciato la tua solitudine, mentre noi adulti gemevamo nel limbo della nostra distrazione per effetto di una legge del contrappasso, che ci costringeva a respirare i miasmi del fetore del nulla e del vuoto, come prima della tua scomparsa eravamo inebriati dal profumo del nostro egocentrismo.
"Sarah, torna presto tra noi ", te lo abbiamo detto, te lo abbiamo scritto, te lo abbiamo fatto sentire.
Perdonaci! Impedisci al tuo nome di diventare la clessidra del tempo che scorre e la spina che sprofonda nella ferita dei nostri rimorsi.
 
Mimmo Palummieri
per Age Avetrana










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