mercoledì 25 settembre 2024


20/09/2010 19:17:25 - Provincia di Taranto - Attualità

Le raccomandate saranno consegnate quando vorrà il destinatario  

«Presto l’ufficio postale sarà trasferito a casa vostra».
L’annuncio è dell’ingegner Massimo Sarmi, di Malcesine (Verona), 62 anni, amministratore delegato di «Poste Italiane», 155mila dipendenti, 14mila uffici, 284 miliardi di risparmio.
   Ci illustri l’iniziativa.
   «Si tratta del nuovo piano di recapito della corrispondenza su cinque giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20».
   Il sabato, quindi, niente più posta?
   «No, anche il sabato sono previste le consegne. Anzi, aggiungo che, se richieste, le consegne potranno avvenire anche su appuntamento. Per esempio, nel fine settimana saranno disponibili servizi concordati con i clienti».
   E in cosa consistono i servizi concordati?
   «Dalle 14 alle 20, dal lunedì al venerdì, e dalle 8 alle 14 il sabato, saranno offerti alla clientela servizi su misura. Per esempio, sarà possibile concordare la consegna di raccomandate o telegrammi in giorni e fasce orarie stabiliti. La sperimentazione partirà tra qualche giorno. Toccherà prima i capoluoghi di provincia per poi estendersi a tutto il territorio nazionale. Il nuovo piano di recapito porta anche una significativa innovazione nel segmento tradizionale della corrispondenza. I portalettere, infatti, saranno dotati di un palmare e di una stampante portatile. Attraverso questi strumenti sarà possibile effettuare pagamenti di bollettini postali anche da casa. È come se portassimo l’ufficio postale dal cliente. In una società globale, all’identità fisica è legata quella elettronica. E «Poste Italiane» è sempre più impegnata a potenziare la comunicazione elettronica, garantendo una maggiore sicurezza».
   Queste innovazioni saranno accolte con gradimento dagli utenti?
   «Beh, il postino telematico costituisce un vero e proprio salto nel futuro. Saranno dotati di palmare e stampante 12mila portalettere in tutta Italia. La sperimentazione è stata positiva. Dov’è già attivo, questo servizio ha riscosso un notevole successo. E il motivo è semplice da spiegare: si pensi alla possibilità di pagare direttamente a domicilio le bollette o gestire al meglio il commercio elettronico. Oggi è molto usuale acquistare via web. On line si paga in anticipo, inserendo in rete i dati di una carta di credito e poi si aspetta fiduciosi la merce. Con il postino telematico, invece, possiamo offrire la transazione economica nel momento del recapito, segnalando in tempo reale e con la massima sicurezza, la consegna e il pagamento».
   Sempre fedeli alla vocazione tradizionale?
   «Certo. Se avessimo scelto di restare ancorati al tradizionale sistema di consegna della posta, con l’avvento di Internet e degli sms, le ricadute sarebbero state disastrose. Basta guardare anche agli altri Paesi europei. In Olanda la corrispondenza si consegna solo tre volte a settimana; le poste inglesi sono tecnicamente fallite, negli Stati Uniti il personale è stato vittima di forti tagli e in Austria si chiudono uffici postali ogni giorno».
   E da noi invece?
   «Siamo in controtendenza. Gli uffici postali sono aumentati negli ultimi anni, raggiungendo la cifra di 14mila in tutt’Italia. Nel Gruppo «Poste Italiane» lavorano 150mila dipendenti e negli ultimi anni abbiamo ottenuto utili per oltre 3 miliardi».
   Cifre considerevoli, che vi hanno portato anche a esplorare nuovi terreni. Si parla di un ruolo centrale di Poste anche nella “Banca del Sud”?
 «Il progetto prevede l’integrazione della rete di uffici postali con le banche di credito cooperativo. Dove altri risultano poco presenti, «Poste Italiane» metterà a disposizione i propri sportelli, infrastrutture e know-how».
   U n’altra scommessa, ingegnere?
   «Guardiamo al futuro con fiducia».
   Lei alla Tim ha rivoluzionato il mercato della telefonia inventandosi la carta ricaricabile. Oggi dirige un’azienda che è diventata modello anche all’estero. Qual è il segreto?
   «Quando nel 2002 sono arrivato a «Poste Italiane» mi sono subito interrogato sul futuro dell’azienda e sul ruolo che il Gruppo ha nel Paese. Occorreva individuare un nuovo modello di sviluppo da perseguire per essere competitivi sul mercato e garantire un servizio moderno ai cittadini. E così abbiamo pensato di investire nell’innovazione tecnologica e nella ricerca. La tecnica può offrire soluzioni inaspettate e rendere più semplice l’accesso ai servizi».
   Oggi erogate mutui e prestiti, avete vostre compagnie assicurative e telefoniche. Non pensa che tutto questo, alla fine, potrebbe allontanare Poste Italiane dal «core business» originario?
 «Il nostro modello di business guarda all’innovazione nella continuità. Il mercato postale è cambiato nel corso degli anni, perché sono mutate le abitudini degli italiani. Prima, per esempio, il mezzo più utilizzato per comunicare era la lettera. Oggi, invece, con l’avvento di Internet e dei telefonini, è possibile inviare informazioni, in tempo reale, da qualsiasi parte del mondo. Certo, c’è ancora chi scrive e scrive tanto. Soprattutto le aziende. Per queste esistono prodotti e canali dedicati».










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