martedì 26 novembre 2024


22/09/2010 15:41:46 - Provincia di Taranto - Attualità

Dopo i 60 giorni di ritardo, scatteranno interessi dell’8% a favore dei fornitori

 
 
La Commissione Europea ha raggiunto l’accordo per varare una direttiva contro i ritardi di pagamento ai fornitori della  pubblica amministrazione che fissa a 60 giorni il termine ultimo e fa scattare dal sessantunesimo giorno gli interessi dell’8%.
Secondo recenti stime il debito contratto dalla pubblica amministrazione verso i propri fornitori ammonta a circa 70 miliardi di euro. Un sondaggio UE rileva che i ritardi in Italia sono aumentati da 138 giorni nel 2008 a 170 oggi, il 50% delle imprese lamenta ritardi medi che vanno dai 2 ai 4 mesi, mentre il 25% parla di dilazioni che toccano i 6 mesi.
Se la pubblica amministrazione italiana si distingue per essere  una delle più ‘morose’ in Europa- quella britannica ha l’obbligo di pagare le fatture entro 10 giorni- la situazione addirittura peggiora  quando si passa agli enti locali.
«Ne sanno qualcosa le pmi joniche fornitrici degli enti locali del territorio, già penalizzate dal dissesto economico-finanziario, alcune di esse – stigmatizza il presidente della Categoria ICT e Prodotti per Ufficio, Aldo Manzulli- dopo essere state a lungo parcheggiate nella lista dei creditori del Comune e dopo aver penato per ottenere il pagamento parziale dei crediti vantati, si ritrovano oggi in una situazione di grave sofferenza, amplificata dal quadro economico nazionale ed internazionale  attuale.  Tali imprese, già rese deboli dal dissesto, operano in un contesto economico caratterizzato da una forte   stretta creditizia del sistema bancario, tra l’altro non più disponibile a concedere l’anticipo fatture a medio e lungo termine, che sta provocando una pericolosa crisi di liquidità e che mette a repentaglio la capacità delle imprese di mantenere i livelli occupazionali ed in taluni casi addirittura la loro sopravvivenza (il saldo fra iscrizioni e cessazioni nel 2009 è di -868 ed i tasso di mortalità è stato pari a 7,8%)».
Dunque, una situazione che contribuisce a delineare l’andamento critico dell’economia jonica e che chiama alle proprie responsabilità quegli stessi  soggetti pubblici (dalla Regione - che per il patto di stabilità ha bloccato da tempo i pagamenti-, alla Provincia, i Comuni, la Marina Militare, le Amministrazioni scolastiche e sanitarie ) che ai tavoli istituzionali e nei consessi ufficiali convengono sulla necessità di unire le forze per combattere la crisi e sostenere il sistema imprenditoriale locale: «…poi però questi stessi Enti, continuano a pubblicare bandi di gara contenenti clausole sui pagamenti in contrasto con la normativa vigente e sono cattivissimi pagatori; tra l’altro una recente pronuncia del Consiglio di Stato, in merito ad un ricorso presentato da Confcommercio, ha ribadito che la pubblica amministrazione non può derogare al pagamento a trenta giorni dal ricevimento della fattura nonché dal pagamento degli interessi per il ritardato pagamento. Confidiamo nella Direttiva europea, anche se occorrono ancora 24 mesi perché gli Stati vi si adeguino,  nel frattempo però non possiamo tollerare che la  Pubblica amministrazione seguiti a mostrarsi inflessibile quando si tratta di riscuotere i tributi -ne sanno qualcosa le loro associazioni di rappresentanza del sistema delle imprese che inutilmente cercano di aprire una linea di confronto con Equitalia, la società pubblica di riscossione- e non sia altrettanto puntuale nell’onorare i propri impegni. E’un comportamento incoerente sul piano etico-amministrativo e dannoso su quello economico e che va in direzione opposta a quel concetto di ‘amministrazione virtuosa’ tanto invocato dal Ministro della Funzione Pubblica, Brunetta. A livello locale lanciamo un appello alla politica e agli amministratori pubblici affinché si facciano parte attiva nell’azione di sostegno al sistema imprenditoriale locale, e diano concretezza alle dichiarazioni di attenzione per il territorio, pubblicamente rese».










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