mercoledì 25 settembre 2024


01/10/2010 19:06:04 - Provincia di Taranto - Attualità

Legambiente: “Basta con le perdite di tempo e le prese in giro, Ilva ammetta chiaramente che non vuole promuovere interventi per ridurre il benzo(a)pirene”

 
 
“È davvero ora di finirla: la città di Taranto è stanca dei tatticismi dell’Ilva. Invece di spendere inutilmente soldi per pagare gli onorari agli avvocati in improbabili ricorsi e di perdere tempo nel valutare le presunte irregolarità contenute nell’ordinanza del Comune di Taranto, l’azienda dichiari chiaramente ai cittadini e ai lavoratori se vuole promuovere interventi migliorativi all’impianto per ridurre le emissioni di benzo(a)pirene e con quali tempi. In caso contrario, dimostrerebbe un’intollerabile ostruzionismo rispetto alla tutela della salute del popolo tarantino”.
Questo è il commento di Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, alla sentenza del Tar di Lecce che ha respinto il ricordo dell’azienda siderurgica contro l’ordinanza del Sindaco Stefano.
“Com’era prevedile - continuano da Legambiente - la sentenza del Tar ha smontato le tesi vittimistiche di Ilva e non scalfisce la condivisibile ordinanza comunale. Se l’azienda avesse accolto la nostra richiesta di ritirare il ricorso, si sarebbe risparmiata questa sentenza. La scorsa settimana, proprio nei giorni delle roventi polemiche per l’intollerabile e ingannevole iter di recepimento della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, abbiamo chiesto all’Ilva quali siano le sue reali intenzioni in merito agli investimenti per ridurre le emissioni di benzo(a)pirene: restiamo ancora in attesa di una risposta da parte dell’azienda. Si è trattato, come è evidente, di un recepimento pensato nelle segrete stanze del Governo a Roma – concludono Ciafani, Tarantini e Franco - con l’obiettivo di far passare un colpo di spugna sulla vicenda benzo(a)pirene in tutta Italia e con pesanti ricadute sulla vertenza tarantina. Ciò non farà altro che alimentare un clima di contrapposizione che non gioverà alla città di Taranto e al raggiungimento dell’obiettivo di un’industria innovativa e compatibile con l’ambiente”.










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