venerdì 20 settembre 2024


02/10/2010 09:30:23 - Avetrana - Attualità

Il ritrovamento del telefonino di Sarah: tentativi di depistaggio? Coincidenze strane?

 
E’ la giornata più lunga e tesa da quando Sarah Scazzi è scomparsa, il 26 agosto. Si assiste all’accelerazione delle indagini. Il cerchio si stringe e attorno ai protagonisti cresce la tensione.
«Papà basta, papà basta. Finora ero preoccupata per Sarah, ora anche per mio padre». Sono le 18 e Valentina Misseri arriva insieme alla madre Cosima in via Grazia Deledda, dove la famiglia abita. E’ scossa Valentina. La sorella Sabrina è sotto torchio a Taranto, i giornalisti in attesa davanti alla sua casa per riascoltare il padre Michele sul ritrovamento del telefonino bruciacchiato di Sarah. C’è ressa di telecamere. «Basta, papà è stanco, si alza alle 3.30 e lavora fino a sera. Per 35 giorni nessuno si è accorto di lui, all’improvviso è in mezzo alla scena».
I luoghi del dramma sono gli stessi. Vico secondo Verdi, la stradina di casa Scazzi, diventata palcoscenico televisivo, punto di partenza alle 14.30 di giovedì 26 agosto; via Deledda, con la casa di Sabrina, dove Sarah era attesa per una gita al mare desiderata insieme alla cugina e alla sua amica Mariangela con la sorellina. Uno squillo al telefono di Sabrina, un segno convenzionale per dire “cinque minuti e arrivo”. Ma in via Deledda, hanno sempre detto i Misseri, Sarah non è mai arrivata. Le ultime due telefonate sono di Sabrina. Alle 14.42 il cellulare di Sarah è bloccato. Senza batteria e senza scheda.
«Non volevo trovarlo io, non volevo, eppure è accaduto grazie a un cacciavite che avevo perduto». Sono le parole di Michele. In un quadro drammatico suonano grottesche, fuori tono. Michele è un contadino vero, di quelli che trascorrono la loro vita in campagna. Quando ha tempo libero si rifugia nel suo garage che è anche cantina per aggiustare le cose rotte, il trattore, la spazzatrice, un attrezzo. Michele, nel fondo di località Tumani, dove ha trovato il telefonino bruciacchiato ci è andato una prima volta martedì pomeriggio insieme all’amico Carmelo Parisi per pulire le aie sotto gli ulivi e bruciare il fogliame. «A me non ha detto di aver perduto il cacciavite» ha detto ieri Parisi, giunto in via Deledda insieme a Michele dopo il lavoro. Misseri nell’oliveto ci è tornato da solo mercoledì mattina, alle 7, per cercare il cacciavite. «Ho trovato invece il cellulare, ho avuto un colpo al cuore».
Il contadino parla di «segnali» in questa brutta storia. Il pomeriggio del 26 agosto, doveva andare al lavoro, ma il trattore non partiva e lui restò in garage. «Papà, hai visto Sarah?» gli chiese la figlia Sabrina. E dopo, insieme al cognato della Germania, raccolse i fagioli. Un alibi, ma anche un segnale, aggiunge lui. Insieme al cacciavite che gli fa trovare il cellulare. «E’ come se Sarah mi chiedesse di cercarla, di trovarla» sostiene tra le lacrime.
Parole maldestre? Tentativi di depistaggio? Coincidenze strane? C’è tutto questo nel dramma Sarah Scazzi.
«Papà non dice bugie, noi gli crediamo» esclama Valentina. «Mio cognato non c’entra niente, se dovessi escludere una persona escluderei proprio lui» dice Concetta. Ma la mamma di Sarah, che aveva urlato per rafforzare le indagini su parenti e amici, non spiega razionalmente i motivi di questa esclusione. Eppure, i sospetti si fanno largo. «Noi - rivela Valentina - avvertiamo che la gente possa pensare male di papà, ma le cose stanno così. Il cellulare di Sarah, secondo me, stava lì dal 26 agosto». Ipotesi sostenibile perché sembra che nel fondo non ci siano state ricerche.
Michele non si sottrae alle telecamere. «Lasciatemi sistemare la spazzatrice e poi mi fate le domande». Parla, ripete, si rifugia in qualche fuga. Come quando sostiene che alle 14.20 del 26 agosto dalla cantina ha sentito passare un’auto di grossa cilindrata con un motore diesel e che lo ha detto ai carabinieri il giorno prima del ritrovamento del telefonino; e che lungo la Tarantina, dopo il fondo dove è andato a lavorare, ha visto un gruppo di zingari («Papà, non dovevi dirlo ai giornalisti» l’ha ripresa Valentina). Frasi stridenti, strane e appese al nulla. Sarà una fatica selezionare le bugie e le verità. E recuperare le scene della tragedia dominate dalle reticenze.
 










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