martedì 26 novembre 2024


20/10/2010 09:43:06 - Provincia di Taranto - Attualità

Chiude la TAC e, per 12 ore al giorno, l’unità radiologica

 
Il patronato Inac della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto, esprime forte preoccupazione per la ipotizzata chiusura, a far data dal 1° novembre 2010, della Tac dell’ospedale di Castellaneta, nonché della paventata chiusura (dalle ore 20 alle ore 8) dell’unità radiologica.
Tra qualche settimana i pazienti acuti indirizzati presso l’ospedale di Castellaneta, spesso in condizioni di assoluta urgenza, saranno costretti a gironzolare per ore, facendo navetta avanti e indietro nella provincia, prima di poter essere assistiti come il caso richiede.
Se vere, le notizie destano inquietudine e rabbia, per il peggioramento della qualità dell’assistenza presso l’ospedale di Castellaneta, risultato sinora sempre in fondo agli impegni - peraltro non mantenuti - del direttore generale della ASL Colasanto.
Eppure, malgrado lo sprezzante disinteresse del direttore generale Colasanto e dei responsabili da lui paracadutati nel presidio, il polo ospedaliero della zona occidentale di Taranto registra ogni anno circa 32.000 prestazioni di pronto soccorso (compreso il pronto intervento di Ginosa)e oltre 8.000 interventi nelle sale operatorie (tra chirurgia, ginecologia, ortopedia, ecc.); per tale consistente mole di attività ci si è dovuti finora arrabattare con una TAC e risonanza magnetica assolutamente non adeguate, oltre che tecnologicamente obsolete, in quanto risalenti a ben venti anni fa.
Ora finalmente se n’è scoperta la vetustà, ma, anziché sostituirle, si chiude completamente.
La stessa vita di pazienti sottoposti a delicati interventi è posta continuamente a repentaglio dalla perdurante mancata attivazione della rianimazione (struttura sigillata da anni, utilizzata solo come magazzino per asporto di attrezzature da utilizzare altrove).
Gli investimenti finora realizzati dalla direzione generale della ASL hanno indiscutibilmente penalizzato l’ospedale di Castellaneta, né si intravvede ora un recupero di impegno. Investimenti consistenti sono stati invece indirizzati altrove con logiche incomprensibili, tutt’al più propiziatorie per taluni percorsi politici; investimenti cospicui che rivelano oggi il loro carattere di spreco di pubblico danaro.
La marginalizzazione dell’ospedale di Castellaneta sta anche determinando il continuo svuotamento (di fatto incentivato dal disinteresse della direzione generale verso la struttura) di professionalità e competenze. L’esasperazione del rapporto fiduciario direzione generale-medici mortifica ulteriormente le professionalità operanti nella struttura.
All’ospedale di Castellaneta, nel mentre si negano fondi anche per minime attrezzature mediche e chirurgiche, si è consentito a qualche dirigente paracadutato di arredare uffici con parquet a spese del contribuente.
Non nutrendo alcuna fiducia nel direttore generale della ASL, chiediamo all’assessore regionale Fiore e al presidente della Regione Puglia Vendola un drastico e tempestivo cambio di rotta, per garantire un’adeguata qualità dell’assistenza presso il polo ospedaliero occidentale della provincia di Taranto.
Al direttore generale (ora commissario) Colasanto vogliamo ricordare quanto sostenuto dall’assessore regionale alla Salute, Fiore, in occasione dell’incontro tenuto a Castellaneta agli inizi di settembre scorso: gli azionisti dell’Azienda ASL (ossia i cittadini e gli utenti) vanno ascoltati e ne vanno tenute in considerazione le istanze: è inaccettabile che si contini a fare orecchie da mercante e continuare ad ignorare i ripetuti allarmi lanciati per rivendicare una qualità adeguata dell’assistenza.










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