C’è chi è arrivato anche da San Severo…
C'è chi arriva da San Severo, nel foggiano, e ha affrontato tre ore di viaggio in auto, chi dalla più vicina Copertino, nel leccese, altri ancora da comuni limitrofi: tutti visitano i luoghi in cui ha vissuto, e riposa la piccola Sarah Scazzi.
Il turismo dell’orrore non conosce sosta neppure oggi, un apparente 'tranquillò giovedì mattina in cui davanti a casa Misseri, ci sono, come al solito, decine di giornalisti e fotocineoperatori, e diversi curiosi.
Una famiglia composta da marito, moglie e due figli sui 30 anni, è arrivata ad Avetrana da San Severo (Foggia): ha visitato e pregato sulla tomba di Sarah, ha poi raggiunto la villetta dei Misseri, quella dove la 15/enne è stata uccisa e si è diretta davanti all’abitazione della famiglia Scazzi. I quattro dicono di non credere alla colpevolezza di Michele Misseri e affermano di essere convinti che Sabrina sia l’unica responsabile del delitto e che il padre abbia agito solo per occultare il cadavere.
La famiglia dimostra di conoscere ogni dettaglio relativo all’indagine, i cui sviluppi segue in tv e attraverso i siti web. Il più giovane dei quattro si interroga sui movimenti fatti da Michele Misseri per portare il cadavere di Sarah dalla casa alla cantina, nell’ipotesi, al momento solo giornalistica, in cui la ragazzina sia stata uccisa nell’abitazione degli zii.
Anche tre persone arrivate da Copertino (Lecce) sanno quasi tutto del delitto. Sono due uomini e una donna sui 60 anni e, anche loro, si interrogano sul ruolo di Michele e Sabrina Misseri. Per tutti i curiosi resta invece un giallo l’ipotetico ruolo svolto da Cosima, moglie di Michele e madre di Sabrina Misseri.