«Vivono un grande dramma, in un clima da reclusi in casa»
«Mi sono recato a casa della famiglia Misseri per una comunicazione privata. Ho colto, però, l’occasione per dar loro una parola di conforto: indipendentemente da quella che è la verità, stanno vivendo anche loro un grande dramma».
Mario De Marco, sindaco di Avetrana, è ritornato, ieri mattina, nell’abitazione dei Misseri in via Deledda. Era già stato poco più di una settimana fa. In quella circostanza si trattò di una visita formale. Insieme al primo cittadino vi erano il suo vice, Alessandro Scarciglia, e il parroco don Dario De Stefano. Ad accoglierli, allora, oltre a Cosima Serrano e alla figlia Valentina, anche Sabrina Misseri, che due giorni dopo fu però fermata con l’accusa di aver collaborato nell’omicidio di Sarah insieme al padre Michele Misseri.
«Cosima e la figlia Valentina mi hanno ribadito la loro convinzione: Sabrina è assolutamente innocente» racconta il sindaco De Marco. «Secondo loro, Michele Misseri è impazzito quando ha deciso di coinvolgere anche Sabrina in questa brutta vicenda. Per loro, quindi, l’unico colpevole è Michele Misseri».
Ci sono però delle contraddizioni fra le varie versioni di Michele Misseri e la ricostruzione del fatto dei magistrati, con il racconto di Sabrina e della madre Cosima Serrano.
«Su questo aspetto, Cosima e Valentina sostengono che, a distanza di tanto tempo, qualche particolare può sfuggire e, quindi, possono nascere delle incongruenze fra le varie versioni. Ma sono pronte a giurare sulla innocenza di Sabrina».
Osteggiati dalla gente e assediati dai giornalisti: la vita di Cosima e Valentina, dopo l’arresto di Michele prima e di Sabrina dopo, è diventata un inferno.
«Hanno il morale a terra: sono letteralmente reclusi in casa» continua il sindaco De Marco. «Non hanno possibilità di uscire dalla propria abitazione senza essere presi d’assalto da decine di giornalisti e da decine di telecamere. Anche se in forma completamente diversa da quella della famiglia di Sarah, credo che siano pure loro delle vittime di questa storia. Si sono molto lamentati dell’assedio mediatico che sono costrette a subire. Mi hanno riferito che un loro vicino, che confina con la parte restrostante dell’abitazione, ha fatto salire i video operatori sul terrazzo affinchè possano riprendere anche quella parte della casa. E poiché non vi era evidentemente una visuale ottima, non hanno esitato a tagliare parte della palma del loro giardino. Così è impossibile continuare: non possono pagare anche per colpe che non sono loro. Ho offerto la mia disponibilità per eventuali necessità».
E, intanto, di Sarah non si parla più: oramai l’interesse si è spostato sulla ricerca dei particolari dell’omicidio e, quindi, dei colpevoli.
«Indubbiamente è una assurdità: tutti hanno dimenticato Sarah. Io ancora stento a credere che non ci sia più, ma nel mondo dell’informazione, da diversi giorni, di Sarah non c’è più traccia. Così come non è bello vedere tanta gente che viene da fuori per andare in via Deledda in questo sorta di tour dell’orrore. E’ molto più dignitosa la scelta di coloro che si recano al cimitero per portare un fiore sulla tomba di Sarah e per recitare una preghiera».