venerdì 20 settembre 2024


23/10/2010 12:39:26 - Avetrana - Attualità

"Papà mente, ecco la mia verità"

 
«Mi arrestate? Ecco, lo sapevo».
Così si è sfogata Sabrina Misseri quando le hanno detto che la stavano per fermare. Poi, sulla strada per il carcere, si è addormentata. Un piccolo segno di resa che però mal si concilia con la sua difesa dura, ferma, accurata di fronte alle contestazioni che le hanno rivolto i magistrati in due interrogatori fiume, il primo di 210 pagine davanti ai pm, il secondo di 80 in sede di convalida.
«Mio padre mente e Mariangela ricorda male» ha detto la ragazza. «Ma non è riuscita a offrire una plausibile spiegazione» scrive ora il gip Martino Rosati nell'ordinanza che la costringe in carcere.
«Tutte bugie, sono innocente» ha ripetuto ancora ieri la ragazza a uno dei suoi avvocati, Emilia Velletri, che in carcere le ha portato un libro di Checco Zalone. Dopo qualche ora Sabrina aveva già studiato l’ordinanza e individuato tutti i punti deboli, che verranno riassunti in un ricorso in Cassazione. Ai pm Sabrina ha raccontato già la sua verità.
«Non mi sono alzata dal letto - precisa - quando ho ricevuto il messaggio da Mariangela alle 14,23 ma alle 14,28 quando ho mandato un secondo sms a Sarah. Io non sono mai stata puntuale, mi sono sempre fatta attendere. Comunque dopo mi sono alzata, sono andata in bagno e mi sono fatto anche la doccia». E ancora: «Quando è arrivata Mariangela a casa ero sulla veranda e non per strada come dice lei. Poco prima avevo anche sentito il rumore del portone e avevo chiesto a mio padre, gridando perché non lo potevo vedere, se fosse arrivata Sarah. Mi rispose di no».
Nell’interrogatorio di convalida, poi, Sabrina aggiunge che «prima di entrare nell’auto di Mariangela, ho visto mio padre che entrava e usciva dal garage. Mi disse che stava lavando la macchina che era parcheggiata sulla carreggiata, e non di traverso, con il cofano posteriore aperto». «Non è vero che fossi agitata - ricostruisce poi sempre Sabrina ai magistrati - ma chiaramente in ansia». «È falso anche - aggiunge - che quando ho fatto le telefonate a Sarah senza avere risposta, perché il telefonino era spenta, ho urlato “L’hanno presa, l’hanno presa”. L’ho detto soltanto quando sono andata per la prima volta a casa di zia Concetta, tra l’altro dopo che l’aveva detto lei».
«Non è poi vero - dice sempre Sabrina - che Mariangela mi ha accompagnato a casa, dopo essere tornate per la seconda volta da casa di Sarah. Siamo rimaste insieme fino a sera tardi, sempre a cercare Sarah. Non mi ricordo dove siamo andati, però».
«Mio padre poi - spiega sempre Sabrina ai magistrati - quel giorno l’ho visto per la prima volta quando c’era Mariangela. Prima, quando era tornato dal lavoro per pranzo io ero infatti già a letto».
Infine, Sabrina parla del movente: «Non avevo alcun motivo per uccidere per mia cugina: eravamo sempre insieme, lei per me era come una sorella minore. Mai, poi mi aveva parlato di questa storia delle molestie sessuali di mio padre. Io non ne sapevo nulla».
La difesa di Sabrina, sintetizzata in una paginetta, non convince affatto il gip Rosati. «Le sue spiegazioni - dice - non sono affatto persuasive: non è seriamente possibile pensare che alle 14,23 riceve il messaggio dell’arrivo di Mariangela, che si sia trattenuta a letto fino alle 14,28 e in soli 11 minuti (quando ha poi scritto all’amica di essere “pronta”) sia andata in bagno, si sia fatta la doccia, abbia scambiato messaggi con la Cimino (ndr, un’altra amica), sia uscita sulla veranda, abbia scambiato qualche battuta a distanza con il padre e abbia avuto anche il tempo di mandare l’ultimo messaggio alla Spagnoletti! E che tutto ciò lo abbia fatto, peraltro, proprio lei che non è mai stata puntuale e si è sempre fatta attendere.
Il gip sottolinea poi come Sabrina abbia tentato di coprire le sue bugie: «Soltanto negli ultimi interrogatori - fa notare Rosati - e solo su sollecitazione degli inquirenti ha parlato di una non chiara telefonata fatta al padre alle 14,55 del giorno dell’omicidio quando probabilmente Misseri era impegnato nelle attività di occultamento di cadavere della nipote. Una telefonata, peraltro, che Mariangela non ricorda: la Misseri potrebbe averla fatta nei brevi momenti in cui si è staccata dall’amica».
Questo il sunto del suo interrogatorio. Questa invece la sentenza integrale con la quale il Gip ha disposto la conferma dell'arresto:
 










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