venerdì 20 settembre 2024


27/10/2010 11:19:31 - Avetrana - Attualità

Prima unite, ora distanti anni luce

Concetta e Cosima, in principio... sorelle, ora non si sa! Forse sorelle per caso: Serrano Spagnolo in Scazzi l’una, Serrano, in Misseri, l’altra. Ad un unirle, al momento, solo le iniziali del nome, che non bastano a costruire sulle macerie. A separale, il resto.....
In mezzo, la storia di questi ultimi due mesi, segnati da una scomparsa prima, da un omicidio dopo. Se un destino è scritto per ciascuno, forse il loro è stato davvero crudele.
L’anagrafe unisce Spagnolo al Serrano di Concetta, contribuendo a separare  in profondità ciò che il DNA non è stato in grado di sigillare. Il loro rapporto non ha un nome, roba nuova per esperti della psiche; non è la guerra di Kramer contro Kramer; non è la convulsa separazione della guerra dei Roses, né la biblica scelta nobile di Caino e Abele, non è parricidio, infanticidio, non è sorellicidio, nipoticidio o  parenticidio,  ricorrendo alla fantasia. La loro è una relazione da definire e comunque molto di più di un tradimento tra parenti, in fondo uno dei tanti nelle famiglie e senza notizia,... è  molto di più di tutto.
A dare un nome a quel tutto, la legge, obbligata a far parlare più le carte, che i sentimenti, ed interpellata in questo caso a fare una deviazione alla deroga: definire l’indefinibile dimostrando che non sempre “dura lex, sed lex”, attraverso l’esame autoptico del come eravamo.
Due donne, due mamme: un ultimo abbraccio tra di loro, l’indomani della confessione di quel cognato di massima fiducia, l’8 ottobre, in cui, quel futuro ancora da condividere insieme, si lascia lentamente ingoiare da un passato senza soluzione di continuità, diverso da quello condiviso dai Misseri Scazzi sino al 26 agosto, scoprendosi coacervo delle menzogne a caratteri cubitali.
“Mi sento presa in giro...voglio giustizia e pena certa e severa”, dice Concetta Serrano, che piange la morte della figlia quindicenne.
“Non so, non ricordo... come potete pretendere che io ricordi attimo per attimo quello che è successo due mesi fa..... Di certo,  non  lascerò che mio marito venga sepolto nello stesso cimitero di Sarah”: queste le dichiarazioni di Cosima Serrano agli inquirenti ed al mondo, di fronte ai suoi detrattori, chiamata a scegliere per sua figlia il male minore.
Su di lei la scure della giustizia che la lascia macerare nel limbo, nell’attesa che parli spontaneamente, pressata dagli appelli della sorella Concetta, che si susseguono affinché parli. Un dolore che non le unisce, ma che le allontana giorno dopo giorno, al di là ed al di qua della barricata, nell’attesa che l’inizio del processo le ponga al confronto, facendo emergere una qualche plausibile ragione all’orrore, al tradimento del sangue, più duro da accettare della morte stessa.
Un racconto con protagoniste le donne, per cultura al riparo da quelle rivendicazioni femministe che nei nostri paesini sono solo capricci, lontane dalle tante sciocchezze e frivolezze che poco si addicono alle mamme di famiglia.
Adesso si scoprono entrambe dentro il mondo della televisione classificate alla voce cronaca nera, scippate alla loro quotidianità di piccole cose delle casalinghe convinte, per divenire parte di una realtà sconosciuta, letta sulle pagine dei giornali, in totale dissonanza con la legge delle realtà matriarcali dominate dalla sacralità dei rapporti ed al riparo costante dal pettegolezzo a buon mercato. É una matriosca il loro dolore che racchiude il dramma nel dramma, troppo devastante ed al di sopra delle possibilità di sopportazione di un sud incapace a vedere d’improvviso materializzarsi il lupo cattivo delle favole. Il sangue degli Scazzi Misseri contamina quello delle Serrano, ne diviene la leucemia fulminante e devasta, devasta, devasta.
L’addio senza fine di Concetta e Cosima, riscrive la storia di questo meridione divenuto suo malgrado la parabola del meglio del peggio.

Mimmo Palummieri
 










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