venerdì 20 settembre 2024


30/10/2010 10:50:47 - Avetrana - Attualità

Bentornato Giuda


Giuda non certo un pallido ricordo lontano e vendersi per 30 denari, inflazione a parte, in 3 millenni, ancora lo si può fare. Le spine nel fianco di inquirenti ed investigatori nel caso Sarah Scazzi cominciano ad emergere, per spiegarsi la fuga di notizie che hanno ispessito le dirette televisive e riempito le pagine di giornali a suon di scoop e finalmente hanno un nome ed un cognome.
Le talpe, il plurale è d’obbligo, in ogni dove, tra l’Arma dei carabinieri e negli studi di alcuni periti di Taranto. In prima linea la sempreverde Striscia la Notizia, che ha denunciato il perito di uno studio legale della città dei due mari, per aver tentato di vendere a caro prezzo la classica pelle dell’orso e forse anche quella dell’uomo, proponendo ad alcuni fotografi l’opportunità di acquistare a costi tutt’altro che abbordabili foto esclusive della scena criminis di via Deledda, scattate nel corso di vari
sopralluoghi.
L’intenzionalità preordinata ancor più deprecabile dell’atto stesso, direbbero gli inquirenti, che getta ombre su ombre nel giallo di Avetrana, e come nella migliore tradizione quando si tratta delle tragedie altrui.
Stanata anche la talpa che dalla Procura di Taranto ha fornito ai media i dischetti con le registrazioni degli indagati diffusi via etere e tubo catodico, negli ultimi giorni, con tanto di particolari oggetto di indagine e perciò sottoposti al segreto istruttorio.
Segreto di Pulcinella del genere umano, non certo in concorrenza con quelli di Fatima, tanto da costringere la Procura di Taranto a fare le dovute denunce per violazione del segreto istruttorio, infangando la serietà degli inquirenti impegnati nel giallo del secolo.
In subbuglio anche l’Ordine degli Avvocati, in riferimento alle tante e troppe dichiarazioni rilasciate dagli avvocati degli indagati nel caso Scazzi, giudicate dallo stesso, delle rane dalla bocca larga con i giornalisti, affascinati dalla visibilità che potrebbe aver fatto salire le quotazioni della professionalità.
A stretto giro di posta gli interventi dei sindaci interessati di Taranto ed Avetrana, perentorio il primo, più elegante il secondo, propenso più ad optare per l’invito rivolto ai media di liberare via Deledda e vico II Verdi ed il piazzale della procura di Taranto agorà dei media, per garantire la dovuta privacy non solo alle famiglie Scazzi  e Misseri, ma a tutte quelle famiglie ostacolate nell’esercizio della propria libertà fisica e psicologica ed agli inquirenti.
In poche parole “i cristani nu gne a’fanne chiù”. Detto fatto ecco pronte due nuove aree di sosta riservate a telecamere, giornalisti, sedi mobili di dirette dai luoghi, forse per paventare la possibilità di fughe di notizie già prontamente smentite dagli organi inquirenti. Il diritto di informare da una parte, il diritto alla privacy dall’altra: ordine di giornalisti vs magistratura per rinnovare il confronto difficile della notte dei tempi tra
voglia di dire e volontà di nascondere. A dirimere le parti il garante della privacy ed il comitato genitori, il Moige interprete della volontà di quelle parte di famiglie stanche del soverchio delle informazioni da cui proteggere i minori, che invita le parti a recuperare l’equilibrio nel raccontare un caso sfuggito di mano  a tutti e nel diffondere notizie coperte dal segreto istruttorio.
Insomma in questi giorni ce n’è per tutti. Alla gogna ci sono finiti  in tanti, nessuno escluso. Chissà se questa notorietà dall’aldilà è quella che avrebbe voluto.

Mimmo Palummieri










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