domenica 10 novembre 2024


30/10/2010 10:57:47 - Avetrana - Attualità

L'abbraccio di papà Giacomo

Goffo, a tratti un po’ burbero ed approssimativo, concreto e di poche parole, infastidito dal clamore e dalle pressioni cui è esposto. Un personaggio quasi da fumetto, con la faccia tetra ed il cuore grande, il classico orco buono, l’alter ego del cognato, orco presunto per davvero.
La sua è una figura da sfondo, come tutti i padri.... A riempire lo schermo proprio non ci pensa, basta sua moglie. Giacomo Scazzi è un po’ tutto questo, un uomo del sud, casa e famiglia, disposto a cedere lo scettro del patriarcato, causa lavoro lontano.
In fondo per la famiglia questo e molto di più. Eppure a fare la parte del leone è lui, nel prima e nel dopo che delimita il segmento della vita della sua bambina. Contenuto nelle reazioni, di poche parole, sotto choc ed incredulo nell’apprendere che il detto parenti serpenti, in casa sua, solo un eufemismo.
Piange in occasione del funerale di Sarah; crudo quando si tratta di difendere la serenità di casa sua, spinto dalla voglia di trovare una qualche ragione che spieghi fino in fondo una tragedia così grande. Si reca al pozzo - tomba e piange. Sa che lì c'è stata la sua Sarah.
In questi giorni gli spetta il compito più duro da sopportare per un padre, un atto  volontario che almeno in questo caso non ammette delega alcuna: l’arte tra le mani sublima il desiderio di ciascun genitore a garantire un futuro ai figli.
Peccato che lo si faccia al cimitero. Sì! Condivide l’impegno con gli altri muratori nella costruzione del monumento dedicato a tutte le vittime strappate con violenza alla vita posto all’ingresso dello stesso, a metà strada tra un monito ed uno spunto di profonda riflessione, per non dimenticare.
Questo il massimo che potrà fare per la sua Sarah, una statua in cristallo e bronzo, segno della generosità di due aziende tra Milano e Manduria, fil rouge tra nord e sud della tragedia collettiva che, a detta dei proprietari: “Tocca il cuore prima ancora degli
interessi”. Lavora con il fiato sul collo il signor Giacomo, sa che presto dovrà tornare a lavoro.
Rischiare di perdere il posto proprio non se ne parla, visti i tempi che corrono, nemmeno in frangenti come questi. Vuole che tutto sia al posto suo per la sua piccola  prima della partenza, di fidarsi non se ne parla, l’ha imparato a caro prezzo. Il suo è un grande abbraccio, sotto gli occhi di tutti: così appare la struttura del monumento, dedicato ai giovani, perché non ci sta che al cimitero ci sia l’esclusività del padre dell’ospite illustre.
Un padre è pur sempre un padre, ed un giovane che muore il figlio di tutti... Sarah docet! Giacomino riscatta l’onore della sua casa, profanato nel modo peggiore e la sua piccola, detta il testamento scelto dalla sua grande mamma: “Brevi furono i miei giorni tra di voi, ma se il mio ricordo si dissolverà, tornerò tra di voi”.
Aggiungere altro non si può....!

Mimmo Palummieri










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