Se Sarah morì strangolata, come Misseri ha sempre sostenuto, come e perché avrebbe perso sangue?
Macchie di sangue appartenenti a Sarah Scazzi. Le hanno rilevate i carabinieri del Ris di Roma su un cartone che si trovava nel vano posteriore della Seat Marbella utilizzata da Michele Misseri. L’indiscrezione giunge dalla capitale dove lo scorso 25 ottobre sono iniziati gli accertamenti tecnici irripetibili disposti dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero per fare piena luce sull’omicidio di Sarah Scazzi, uccisa lo scorso 26 agosto ad Avetrana. Insieme alla conferma che almeno una delle impronte presenti sul telefonino di Sarah, apparterebbe a Sabrina.
Trattandosi di accertamenti tecnici non ripetibili agli esami partecipano anche le parti, ovvero gli avvocati e i consulenti tecnici, dei due indagati - Michele e Sabrina Misseri - e della famiglia Scazzi. Quest'ultima, tramite gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, ha nominato l'ex comandante del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano come proprio consulente. Per Sabrina Misseri invece c’è l'anatomopatologa Carla Vecchiotti, dell'università «La Sapienza » di Roma, mentre per Michele Misseri partecipa alle procedure direttamente il suo avvocato d’ufficio Daniele Galoppa. La Procura di Taranto, infine, ha nominato come consulente lo stesso «Ris».
Venerdì scorso ci fu il primo esito dal Ris, riguardo ad uno dei due tamponi vaginali fatti sul cadavere di Sarah per accertare se Michele Misseri, come confessato il 7 ottobre, aveva avuto un rapporto sessuale dopo l’uccisione della nipotina. Il primo tampone è stato negativo, un esito che combacia con quanto detto dall’indagato al suo avvocato Daniele Galoppa nel corso di un colloquio in carcere nel quale ha espresso la volontà di ritrattare quell’episodio che gli è costata l’accusa di vilipendio di cadavere. Ieri, invece, è emersa la presenza di tracce ematiche di Sarah sul cartone, un dettaglio che conferma quanto Michele Misseri aveva detto in un primo momento, e cioè di aver nascosto il corpo della nipotina sotto alcuni cartoni per evitare che qualcuno potesse vederlo, ma che fa avanzare qualche dubbio sulle modalità del delitto: se Sarah morì strangolata come Misseri ha sempre sostenuto, come e perché avrebbe perso sangue?
Tra i reperti sottoposti ad analisi ci sono anche tre pezzi di corda, e si spera che almeno uno di questi possa rivelarsi come quella usata per strangolare Sarah. Una delle corde è stata trovata in auto di Michele Misseri, un’altra nel trattore parcheggiato vicino alla veranda della casa ed una terza all’interno del garage. Misseri ha detto una prima volta di aver buttato la corda in un cassonetto ed una seconda volta di averla bruciata: sta di fatto che finora l’arma del delitto non è stata ancora ritrovata.
Gli accertamenti «dattiloscopici, biologici, chimici e informatici» vengono svolti anche sugli altri «reperti acquisiti al procedimento »: il cellulare e la batteria del telefonino di Sarah, i rilievi e i reperti acquisiti sulla Seat Marbella di Michele Misseri, all'interno del garage e dell'abitazione dei Misseri in via Grazia Deledda ad Avetrana. Sul cellulare sarebbero state trovate 4 impronte, una delle quali, stando a quanto trapelato ieri sera, appartiene a Sabrina Misseri, che d’altronde in un colloquio ricostruito dagli inquirenti aveva detto, all’indomani del ritrovamento del telefonino, che quell’apparecchio la sera prima della scomparsa di Sarah era stato toccato da tutti i componenti della comitiva.
Dovrebbe essere di Sarah, infine, la traccia biologica rinvenuta dai carabinieri del Ris sul vetro posteriore della Seat Marbella, una traccia che assieme al cartone conferma che è stata utilizzata proprio quella autovettura per trasportare il cadavere in contrada Mosca dove è stato poi occultato in una cisterna.