venerdì 20 settembre 2024
In carcere anche il procuratore capo
Michele Misseri sotto torchio. In queste ore l’uomo che .jpg)
ha confessato di aver strangolato la nipotina, Sarah Scazzi, è davanti ai magistrati che si occupano del caso. Con loro deve ricostruire le varie fasi del delitto e, sperano gli inquirenti, chiarire i lati oscuri che la sua confessione non è riuscita a chiarire.
ha confessato di aver strangolato la nipotina, Sarah Scazzi, è davanti ai magistrati che si occupano del caso. Con loro deve ricostruire le varie fasi del delitto e, sperano gli inquirenti, chiarire i lati oscuri che la sua confessione non è riuscita a chiarire.Il procuratore. Poco fa in carcere è arrivato anche il procuratore della Repubblica Franco Sebastio. E’ la prova che si tratta di un interrogatorio particolarmente importante per le indagini.
Il ruolo di Sabrina. In particolare, Michele Misseri è chiamato a chiarire il ruolo che nell'omicidio avrebbe avuto la figlia Sabrina, in carcere con l’accusa di sequestro di persona e concorso nell’omicidio di Sarah. Lo zio assassino ha detto che fu proprio la figlia, Sabrina, a portare Sarah in cantina e a tenerla ben stretta mentre lui la strangolava. Una sorta di azione punitiva perchè si voleva impedire alla ragazzina di continuare a parlare delle molestie sessuali che aveva ricevuto dallo zio. Ma secondo gli inquirenti alla base dell'omicidio ci sarebbe stato un altro movente: la gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah. Entrambe infatuate dello stesso ragazzo, avevano litigato la sera prima dell'omicidio. L'interrogatorio si tiene nel carcere di Taranto.
I magistrati che indagano sull’omicidio di Sarah Scazzi, insieme ai carabinieri, sono entrati alla spicciolata nel carcere dove già si trovava il difensore di Michele Misseri, l'avvocato Daniele Galoppa, insieme con la criminologa Roberta Bruzzone, consulente di parte. Nel carcere sono entrati prima il comandante del reparto operativo di Taranto dei carabinieri, colonnello Antonio Russo, e via via il procuratore aggiunto Pietro Argentino, il pm Mariano Buccoliero, entrambi titolari dell'inchiesta, e ufficiali di polizia giudiziaria. Non si conoscono i motivi per i quali magistrati e investigatori hanno deciso di recarsi in carcere.
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