mercoledì 25 settembre 2024


05/11/2010 19:09:42 - Provincia di Taranto - Attualità

Lo scandalo pubblico e la disperazione privata

 
«Fernando e Francesco non si conoscevano, uno era di Manduria e l’altro di Statte, due cittadine distanti della provincia jonica dove anche i dialetti non si somigliano. Eppure oggi le loro storie trovano un tratto comune contraddistinto dal lavoro e dalla sua assenza.
Fernando faceva l’escavatore, tagliava via dalle cave di Avetrana la pietra che serve per costruire, per fare palazzi o ponti.
Francesco faceva il metalmeccanico e viveva spesso con i piedi e la testa per aria su ponteggi di 16-20 metri sul limite di un serbatoio o di un tetto.
Nel giro di poche ore questi due uomini nati nell’anno della grande culla di ideologie e fermenti che fu il ’68 non ci sono stati più, riaffermando al tempo stesso con la loro morte la drammaticità di una perdita e di una precarietà e la vulnerabilità di un sistema che non può dimenticare la grande stagione dei diritti e delle conquiste in tema ad esempio di sicurezza nei luoghi di lavoro.
La perdita del lavoro per Fernando era diventata la perdita del riconoscimento sociale, familiare, affettivo. Prima di girare attorno al suo collo la corda che gli toglierà la vita forse quel mio conterraneo, che chiamava ogni giorno per sapere se c’era lavoro, avrà ispezionato nella sua mente un modo per uscirne fuori, non trovandolo.
Francesco il posto lo aveva trovato. Era un operaio dell’ICOS, l’impresa siciliana che operava nell’impianto Eni di Taranto e che qualche anno fa conquistò le cronache nazionali perché da piccola impresa tricolore e meridionale si era conquistata uno spazio nel mercato britannico che gli inglesi invece tendevano a proteggere dall’”invasione” italiota.
Non avevano niente in comune le loro vite e niente in comune hanno le loro morti. Fernando ha cercato la sua fine. Francesco provvisto degli strumenti di protezione per chi lavora su ponteggi così alti è stato vittima di un assurdo incidente.
Ma entrambi sono storie di singolare o al massimo familiare dramma che non scalfiscono l’agenda della politica. Quella che  invece, lascia soli i disoccupati di lungo corso, i datori di lavoro disperati, i padri e i mariti, le moglie e i figli.
Nel nostro Paese, afflitto da scandali e storie da gargarçonnière rese pubbliche e centrali, la disperazione resta, così, un fatto privato che nessun vuol vedere».
 
On. Ludovico Vico










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