Le verità di Michele Misseri
Slitta a domani l’udienza al tribunale del riesame per vagliare il ricorso presentato dai legali di Sabrina Misseri contro l’ordinanza di custodia cautelare che la tiene in carcere dal 15 ottobre scorso con l’accusa di aver sequestrato e ucciso la cugina Sarah Scazzi ad Avetrana. A chiedere e ottenere il rinvio sono stati gli avvocati Vito Russo e Emilia Velletri, legali di Sabrina, che dinanzi alla produzione documentale della pubblica accusa (quasi 500 pagine) hanno voluto i termini a difesa per poterla esaminare ed eventualmente replicare, fermo restando che la decisione arriverà comunque entro sabato.
Agli atti del collegio (presidente Alessandro De Tomasi, giudice relatore Massimo Demichele, giudice a latere Luca Ariola) non c’è solo e soltanto il verbale, lungo 267 pagine, dell’interrogatorio a cui venerdì scorso su sua stessa richiesta è stato sottoposto Michele Misseri, padre di Sabrina, in carcere dal 7 ottobre con l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato, occultamento e vilipendio di cadavere, violenza sessuale. Il procuratore aggiunto Pietro Argentino e il sostituto Mariano Buccoliero, raccogliendo il lavoro effettuato dai carabinieri del Reparto operativo diretti dal tenente colonnello Antonio Russo e dai militari del nucleo di polizia giudiziaria, hanno depositato ben sedici testimonianze, un delle quali dal contenuto esplosivo.
Si tratta di quanto dichiarato lo scorso 20 ottobre da Ivano Russo, il ragazzo conteso che rivela un retroscena finora inedito in merito ai rapporti tra lui e Sabrina, che potrebbe costituire addirittura il movente del delitto «Tra me e Sabrina c’è sempre solo stata una sincera amicizia - raccobnta Ivano ai Pm - solo una sera però, che colloco temporalmente in alcuni giorni prima di ferragosto, io e Sabrina ci trovavamo in compagnia di amici quando a un certo punto io e lei ci siamo divisi dagli altri e ci siamo diretti con la mia macchina in un luogo appartato. Sabrina ha cominciato a spogliarsi ma io non convinto della cosa gli ho chiesto di vestirsi, anche in virtù del fatto che tenevo molto alla nostra amicizia. Sabrina, sia pure a malincuore, concordò con me e si rivestì».
Pm: Come sono venuti a sapere gli amici di questa questione?
Ivano: Una sera d’agosto di quest’anno ci trovavamo a Torre Colimena, io Claudio Scazzi, Sarah ed altri amici. Sabrina non era presente. Nel corso della conversazione Claudio fece cadere il discorso sul rapporto fra me e Sabrina e pur non dicendomi i particolari mi fece intendere di essere a conoscenza di quanto fosse successo quella sera in cui mi ero appartato con Sabrina. Claudio mi disse che non si spiegava come mai Sabrina avesse perso la testa per me. Dopo una serie di messaggi con la stessa Sabrina decisi di incontrarla la sera dal 21 agosto 2010 davanti alla birreria 102. Ricordo che ovviamente eravamo in compagnia di altri amici. Chiamai Sabrina e con la stessa e Sarah ci allontanammo sedendoci sui gradini della macelleria che sta di fronte. Raccontai a Sabrina quanto mi aveva riferito Claudio e dopo averle detto di essere molto infastidito le chiesi se fosse stata lei a riferire l’episodio. Sabrina mi disse che non era stata lei e si dimostrò anche lei infastidita. Conferma che non lo avesse detto ad alcuno mi riferì che Claudio sicuramente aveva tentato di sapere qualcosa senza avere alcuna informazione. Io ne approfittai per ribadire che non intendevo instaurare un rapporto che non fosse di sola amicizia e ne approfittai per chiederle scusa qualora il mio comportamento avesse ingenerato in lei aspettative. Nei giorni successivi con Sabrina non mi sono più incontrato. Ho solo ricevuto degli sms con i quali la stessa mi diceva che aveva intenzione di parlarmi».
Dunque Sabrina sapeva di non potere avere Ivano e al tempo stesso si sentiva derisa per le sue avance respinte. E se avesse sospettato Sarah di averle raccontate per esempio al fratello? Potrebbe essere questo il movente del delitto, mischiato ad una cocente gelosia? Direttamente domani, invece, i pubblici ministeri depositeranno una loro memoria con la quale viene ricostruita tutta la vicenda, ricalibrando tempi e ruoli dei protagonisti dell’omicidio, a partire dall’ora del delitto, collocata tra le 14.28 e le 14.42 e non più tra le 14.28 e le 14.35.