Non sono stati tanti, ma comunque hanno fatto sentire la loro voce
Il 17 novembre il giorno della mobilitazione internazionale sui diritti degli studenti e sul libero accesso al sapere, contro la privatizzazione dell’istruzione.
Oggi si protesta in tutta Italia contro i tagli alla scuola e all’università pubblica, oltre cento cortei e 200mila studenti in piazza in più di 50 comuni, fra questi anche Taranto.
La manifestazione convocata dalle associazioni Link e UDS è partita alle 9 da piazza della Vittoria, dove sono stati allestiti dei gazebo informativi e dove sono confluiti gli studenti dell’Ateneo ionico.
In realtà non erano tantissimi, rispetto ai numeri registrati in altre città, e non è un buon segno per Taranto, sempre alla ricerca di una propria identità nel contesto universitario. “I tagli approvati dal Consiglio dei Ministri impoveriscono gli Atenei” denuncia Remo Pezzuto portavoce di LinK Taranto. “L’Università a Taranto ha già di per sé problemi che riguardano le strutture, i trasporti, la mancanza di Facoltà che possano valorizzare e rilanciare il territorio, la mancanza di alloggi per gli studenti. A questi si aggiunge il problema delle borse di studio, erogate solo a pochi fortunati. Chiediamo quindi la riduzione del costo dei trasporti pubblici per i pendolari, il ripristino dei fondi per il diritto allo studio, la copertura totale delle borse di studio, la costruzione di mense e case dello studente”.
La protesta che attraversa il Paese qui a Taranto trova terreno fertile, ma la partecipazione tradotta in numeri non è all’altezza dello scoglio da superare.
“In Facoltà non c’è stato alcun confronto e i risultati sono visibili” commenta con un po’ di amarezza Pezzuto.
Quelli che ci sono però fanno sentire la propria voce e si muovono poi verso la Prefettura dove ad attenderli ci sarà un gruppo di studenti delle scuole superiori, ancora in attesa di una struttura dove svolgere le lezioni.
Arriva poi il momento del flash mob. Gli studenti si siedono davanti al Palazzo della Provincia e danno vita a una lezione all’aperto che dura cinque minuti. Libri e quaderni in mano e una studentessa nelle veci di professoressa. È un messaggio lanciato per salvare la didattica.
Le iniziative andranno avanti fino a stasera con l’esibizione di artisti di strada e musica dal vivo.
Nicola Sammali