Ha lasciato un posto in banca per puntare su un prodotto della sua terra: il vino
Due lauree, entrambe quinquennali, una in Scienze della Comunicazione e l'altra in Storia e Filosofia, tra i vincitori della borsa di studio Bollenti Spiriti che gli ha permesso di frequentare un master in Marketing ed un solo grande sogno: produrre vino.
E’ questa, la bella storia di un giovane savese che, con caparbietà ed impegno, ha inseguito un progetto, difficile e rischioso, ma oggi più che mai, intriso anche di grandi soddisfazioni.
Questo giovane imprenditore si chiama Paolo G. Mancino, ha trenta anni ed, in assoluta controtendenza rispetto all’ormai, tristemente nota, fuga dei cervelli, non solo ha deciso di ritornare in Puglia e di rimanerci, ma ha anche puntato tutto sul territorio.
“Ricordo quando, qualche anno fa, a Bologna, dopo le prime due ore di lavoro in banca, lasciai la mia postazione, salutai i miei neo colleghi e mi lasciai quel mondo, che non era il mio, alle spalle. Certo, avevo avuto un’opportunità, tante volte nei momenti successivi di sconforto, mi sono chiesto se fosse stata la scelta giusta ma – è pacato Paolo mentre ci racconta la sua storia – non potrò mai dimenticare il senso di libertà e di gioia che provai quando, attraversando piazza Maggiore, cominciai a slacciarmi la cravatta ed a sbottonare il collo della mia camicia. Fu una decisione, in quel momento folle, ma che, oggi rivivo con convinzione.”
Ritornato in Puglia, questo giovane intraprese il solito percorso che, troppo spesso, annienta le aspirazioni di chi ha dentro qualcosa di nuovo. “All’inizio, appena tornato in paese, sentivo, in maniera forte, le pressioni delle persone che, forse inconsciamente, erano preoccupate per il mio futuro. Come spesso accade – ci confessa il ragazzo – venivo spinto a chiedere qualcosa, che neanche volevo, ai signorotti di turno, finche un giorno, feci la mia scelta: tentare di realizzare il mio sogno da bambino. Da almeno tre generazioni, la mia è una famiglia di viticoltori ed io ho sempre avuto il cruccio di guardare oltre la produzione di uva, troppo spesso svenduta nel mese di settembre per pochi spiccioli. Così, tramite i fondi europei del Por Agricoltura 2007 –2013, ho presentato il mio progetto, quello appunto di realizzare una piccola cantina in un palmento ipogeo di famiglia. Il giorno in cui ho saputo che la mia domanda era stata accolta, è stato il più bello della mia vita!”
La sua prima “creatura”, così come lui stesso ama definirla, si chiama “Rosso di Sava”, in onore di un vino, già prodotto in paese negli anni ’60 e del quale si era persa memoria. Parliamo di un Primitivo di Manduria Doc secco che, ad oggi, sta’ guadagnando apprezzamenti in diversi wine bar e ristoranti, scelti con particolare cura dallo stesso produttore. “Non è un vino d’elitè – chiarisce Paolo G. Mancino – ma è, certamente, rivolto ad un particolare target, soprattutto a quei consumatori che puntano molto sulla genuinità del prodotto, sulla sua qualità e su un prezzo medio. Credo che, per queste caratteristiche, la mia prima bottiglia possa collocarsi ad un buon livello.”
Certamente ricercato nella sua etichetta scura ed in quel logo che richiama dei piedi e dunque, la tradizione, in un connubio perfetto tra passato e futuro, il “Rosso di Sava” è la dimostrazione dell’enormi potenzialità di questa terra, tra turismo ed agricoltura. Una vera e propria sfida che questo giovane lancia al mondo del vino ed a quello della ristorazione.
E’ evidente che con queste premesse, non potrà che ottenere risultati di rilievo mentre, vale la pena ascoltare le sue parole per comprendere il senso di questo sogno, in parte già realtà: “ho voluto credere nella tradizione ed in ciò che maggiormente caratterizza la mia terra e me stesso. Voglio lanciare un messaggio ai miei coetanei, giovani che, come mai prima d’ora, non vedono un futuro. Guardatevi dentro, sono certo che troverete la via giusta. Il mio parere, per chi naturalmente decide di restare in Puglia, è quello di valorizzare ciò che abbiamo e che nessuno ci potrà mai togliere: la terra, il mare, il sole. In questo modo, renderemo il nostro territorio un vera e propria perla del Mediterraneo, capace di garantire una buona vita a tutti.”