E’ una decisione senza precedenti. Il prossimo incontro fra le parti il 9 dicembre a scuola
Sciopero della fame. Decisione collettiva senza precedenti quella presa ieri da un gruppo di ex lavoratori precari assunti dall’Ilva e che, nel giro degli ultimi dodici mesi o poco più, hanno perso il posto alla scadenza del contratto. Ora si parlerà di «ultima spiaggia» o, addirittura, di gesto senza speranza, ma le parole sono importanti. Basta un comunicato diffuso nel pomeriggio dagli stessi operai: «Il comitato somministrati Ilva rende noto che si è svolto a Roma l’ennesimo incontro tra i sindacati dei metalmeccanici: Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm territoriali e nazionali e l’Ilva. Il faccia a faccia non ha sortito alcun esito in quanto è stato stabilito un nuovo incontro che si terrà il 9 dicembre presso l’Ilva di Taranto. Noi lavoratori, in seguito ad una riunione, abbiamo deciso che da domani (oggi, ndr) daremo il via ad un sit-in permanente con sciopero della fame unito ad una serie di altre iniziative, cercando di accorciare i tempi dell'incontro e di sollecitare il presidente della Regione Vendola a mediare per la risoluzione di questo problema».
L’odissea dei precari Ilva comincia due anni fa, ma è a gennaio che i lavoratori (tra i 600 e i 700 entrati in fabbrica con contratto a tempo determinato) levano la loro voce per denunciare l’indifferenza delle istituzioni e la timidezza dei sindacati rispetto alla loro sorte. Alla scadenza del contratto sono accompagnati ai cancelli della grande fabbrica senza la speranza di rientrare. Un po’ per le ragioni legate alla crisi del mercato dell’acciaio, che impone all’Ilva scelte drastiche; un po’ per il difficile momento dei rapporti tra Gruppo Riva e istituzioni condizionati dalla questione ambientale.
A metà del guado, i precari si sentono da subito. E lì resteranno malgrado dodici mesi di proteste, ponti girevoli occupati, promesse, blocchi di portinerie, incontri istituzionali, per citare solo episodi e appunti di cronaca. Ora l’ultima, amara, svolta.
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ORE 14.30 - ZAZZERA (IDV): GOVERNO APRA CONCERTAZIONE PER PRECARI
“Voglio manifestare la mia solidarietà e vicinanza ai lavoratori e famiglie che in queste ore stanno picchettando i cancelli dell’Ilva di Taranto in difesa del loro diritto al lavoro sancito dalla Costituzione”. Lo afferma in una nota Pierfelice Zazzera dell’Idv.
“Sono -continua- 700 i lavoratori precari del colosso siderurgico che oggi si trovano in mezzo alla strada perché il loro contratto non viene rinnovato, e per questo hanno annunciato un sit-in permanente e lo sciopero della fame”.
“Noi dell’Italia dei Valori -dice Zazzera- crediamo che non sia più rinviabile una discussione del Parlamento, del mondo dei sindacati e del Governo, che continua a sottrarsi alle sue responsabilità sui lavori precari”.
Per Zazzera “è tempo di riconsiderare la legge 30, perchè la logica della flessibilità, soprattutto nel sud Italia, si trasforma in ricatto. Le 700 persone dell’Ilva di Taranto sono di fatto sotto ricatto dell’azienda, che gli impedisce di lavorare e di fare attività sindacale. Dobbiamo superare questa logica perchè infetta la democrazia del paese e rende i lavoratori sudditi e schiavi dei datori di lavoro”.
“Invitiamo il Governo -conclude- ad aprire un tavolo di concertazione e chiediamo all’Ilva di non ricattare il territorio e i tarantini, ma di rispettare i diritti dei lavoratori e la loro dignità”.