venerdì 20 settembre 2024


19/11/2010 20:31:58 - Avetrana - Attualità

In tante sono cadute o si sono sentite male

 
Non fa differenza tra tv e carta stampata, ma colpisce solo le giornaliste. Nei confronti delle superstizioni si può essere scettici, fino a un certo punto. Di fronte ai numeri e ad una serie impressionante di infortuni, corredati da tanto di referti medici, le precauzioni da prendere sono altro.
Tra i cronisti che si stanno occupando del caso Scazzi la voce circola già da qualche settimana. L’hanno ribattezzata la “sindrome di Avetrana”: rovinose cadute, malori improvvisi, strani guasti tecnici. I più disincantati puntano il dito contro lo stress, i ritmi frenetici dettati da questa infinita caccia alla notizia.
L’ultima “vittima” del singolare fenomeno è Ilaria Cavo, inviata di Matrix, la trasmissione di Mediaset. La Cavo si è fratturata una gamba e ha dovuto mollare per un po’ il caso ad una collega.
Prima di lei la jella aveva colpito già Valentina Loiero del Tg5, scivolata nella doccia, con tanto di rottura al labbro, Maria Corbi, del quotidiano “La stampa”, che per una banale caduta ha riportato una contusione alla mano; e poi Flavia Lorenzoni, di RaiUno, ricoverata per due giorni dopo un rovinoso scivolone.
Pochi giorni prima di Ilaria Cavo, la scure affilata della sindrome di Avetrana si era abbattuta sulla sua più diretta concorrente, la giornalista di Porta a Porta, Rosanna Santoro, vittima di un gradino male illuminato, che le è costato una frattura al polso.
La sensitiva Rosemary Laboragine ha seguito la storia di Sarah dai primi momenti. Il 2 settembre scorso scrisse sul suo sito: “La vedo morta sepolta nelle campagne, vicino ci sono legna e acqua”.
E lei, da esperta del settore, a cercare una spiegazione (efficace, ma che di logico non ha molto), a quello che, da profani, definiamo malocchio.
“Lo spirito di Sarah non è in pace” dice senza esitazioni la sensitiva. “Chiede giustizia e fino a quando non l’avrà ottenuta, ci manderà dei segnali. E non è un caso che colpisca solo le donne: non lo fa per cattiveria, è il modo che ha per farci capire qualcosa”.
Ascoltando le sue parole ci sembra di sfogliare le pagine di “Amabili resti”, il romanzo di Alice Sebold, nel quale si racconta la storia di Susie Salmon, una quattordicenne assassinata, e ciò che accade dopo la sua morte, indagini comprese. La ragazzina è bionda ed esile come sarah. La sua storia romanzata ha tremende analogie con quella della coetanea di Avetrana. Lo spirito di Susie riuscirà ad andare “oltre” solo quando il suo assassino verrà smascherato. E la sindrome passerà?










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