venerdì 20 settembre 2024


20/11/2010 19:09:32 - Avetrana - Attualità

 Grazie papà

C’eravamo tanto amati: inizia così il nuovo capitolo della saga Misseri senior e figlia all’indomani dell’incidente probatorio nel braccio femminile del carcere di Taranto. Davanti al pool al gran completo di investigatori, magistrati, periti di parte ed avvocati, nel corso di un interrogatorio fiume di oltre 11 ore, Michele Misseri ha detto sì all’omicidio della nipote Sarah per mano esclusiva di Sabrina.
Indiziata e principale sospettata sino a ieri, colpevole e carnefice oggi, nero su bianco sulle carte che hanno già istruito parte del processo. Al via, nella aule di dibattimento da questo assioma, in attesa che se ne aggiungano degli altri svelati dalle indagini dei Ris. Ma il flusso di coscienza dello zio Michele è andato oltre: il contadino di Avetrana ha negato la violenza sulla nipote, non più trattabile; chiariti anche i particolari sull’arma del delitto, una cintura dapprima appesa nel garage del villino di via Deledda, poi fatta sparire dalla stessa Sabrina, poiché di sua proprietà.
Non sono mancate le pillole di verità inedite questa volta in riferimento al luogo del delitto e sulla dinamiche di un omicidio determinato da un incidente. L’ultima verità bagnata dalle lacrime di entrambi vedrebbe Sarah uccisa in casa e poi trascinata nel garage cantina dove sarebbe morta a seguito di un gioco per mezzo di una cintura stretta per due minuti al collo della ragazza.
Nelle braccia di Morfeo mamma Cosima e lo stesso Misseri, da riscrivere le responsabilità della prima in attesa di revisione processuale il secondo, stando alle ultime confessioni emerse durante l’incidente probatorio.
Svelato il mistero sull’alibi di Cosima inchiodata da un’operazione bancaria sottoscritta da lei stessa alle 12.28, a fronte di una dichiarazione rilasciata agli inquirenti dalla stessa sull’ora del rientro dal lavoro, ore 14. Un intervento subitaneo del bancario interessato chiarisce che la firma è stata apposta dal marito, come da abitudine dei piccoli paesi, conoscenza diretta, per spacciare come propria la firma di qualcun altro, caso ad hoc per i Misseri marito e moglie, che salva in extremis donna Mimina.
Intanto alle parole si aggiungono le immagini di Quarto Grado, che mostra le indagini inedite del sopralluogo nel villino di via Deledda il 15 ottobre, nel quale si vedono gli
impressionanti fotogrammi di un incerto racconto di Michele soggetto al remake di un racconto di fantascienza per gli inquirenti, alla frontiera del tentativo di sollevare la figlia da qualsiasi responsabilità. Sotto la cascata rossa che le incornicia il volto, mamma Concetta aspetta di conoscere la verità sul 26 agosto, schiacciata dal dolore provocato dai suoi familiari prima ancora della morte della figlia. Guarda con sospetto la sorella, sfiorata dall’inchiesta, con sete di giustizia la nipote, con clemenza il cognato.
Il circo di casa Misseri al suo ultimo numero, il ruggito della tigre di Avetrana soffocato nel pianto, le aule dei tribunali già pronti ad accogliere gli atti del processo Scazzi che racconteranno la fiction di una ragazza vissuta solo 15 anni.

Mimmo Palummieri










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