venerdì 20 settembre 2024


22/11/2010 11:30:07 - Avetrana - Attualità

Intanto Michele Misseri potrebbe uscire dalla prigione ed entrare in un convento

La tigre di Avetrana, Sabrina, da regina dell’arnia ad eremita al femminile.
Sicuramente una domanda retorica il chiedersi se l’estetista 22enne ha gli astri contro, visto il momento. E si tratterà di una qualche congiunzione davvero inedita, se dopo il padre a scaricarla sono anche i suoi avvocati.
Delle ultime ore il botta e risposta al vetriolo tra Francesca Conte, ultima arrivata nel collegio difensivo della giovane Misseri, e i senior Russo - Velletri. Pomo della discordia raccolto nelle location delle aule dei tribunale per il reciproco scambio di querele all’orizzonte.
Sventola un ingaggio a tempo determinato per l’incidente probatorio il duo familiare, in scadenza subito dopo per l’avv. Conte, denuncia interessi inconfessabili quest’ultima per gli avv. Russo - Velletri, in perfetta linea con un caso divenuto ormai un business. Questa la principale accusa di Francesca Conte, espulsa dalla difesa con un fax siglato da Sabrina, ma evidentemente voluto dai suoi precedenti avvocati per cause ancora tutte da chiarire.
Su tutti il sospetto di interessi privati tutt’altro che professionali di periti di parte, consulenti ed esperti coinvolti nel ménage familiare Misseri, impegnati nel fare la cresta alla speculazione mediatica e non sollevata dal caso Scazzi, che avrebbe fatto salire le quotazioni dei coinvolti, nonché le future parcelle, fattore pubblicità low cost.
Tuonano dunque, in tal senso, le dichiarazioni  dell’avvocatessa leccese, che risponde ai concorrenti colleghi affermando di essersi sottratta al “mangia mangia” generale di questi ultimi tempi, in barba a qualsiasi ideale di giustizia, misurato dal surplus di interventi televisivi, fughe di notizie, inciuci più o meno riconoscibili nel mercato della vendita di atti processuali a disposizioni per direttissima di media e showmen o showgirl, seppur non esplicitamente dichiarati.
Conclusione: Sabrina resta da sola a leccarsi le ferite, in compagnia degli ultimi ruggiti rimasti per difendersi dal mondo intero. E mentre si chiudono le porte della prigione per suo padre, le ultime novità vedono aprirsi quelle di qualche convento per scontare gli arresti domiciliari, causa occultamento di cadavere, al momento unico capo di accusa per il contadino, orco in tutte le salse fino a venerdì, venerabile dallo stesso giorno.
Dichiarato rivedibile per la giustizia italiana, istruito il processo dopo l’incidente probatorio, la sua vita è tutta da riscrivere. Ripudiato dalle donne di casa, lapidato dall’intera opinione pubblica, torna alla terra, suo ultimo e primo pensiero, unico e grande amore ricambiato, nostalgia più dura della libertà negata.
Insomma, casa dolce casa, qualunque sia quella dello zio Michele, impegnata per i prossimi anni la sua secondogenita a guardare il mondo da un oblò.

Mimmo Palummieri
 










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