«Il tempo passa e non c’aspetta un’ora»
«Esattamente tre anni fa, nel dicembre 2007, il sindaco ci riceveva a Palazzo di città assicurando che, da parte dell’amministrazione comunale, ci sarebbe stata la massima attenzione verso la problematica degli spazi di socializzazione e dell’aggregazione giovanile.
L’occupazione di uno spazio pubblico inutilizzato e abbandonato ad anni di degrado, la ex-scuola Martellotta, la sua parziale messa a norma in funzione dei bisogni e delle esigenze sociali e culturali di un’intera comunità cittadina attraverso la pratica dell’autorganizzazione, portò l’amministrazione a prendere una posizione politica esplicita in nostro favore, tanto da concordare un abbandono temporaneo della struttura in attesa della sua messa a norma attraverso esplicite e pubbliche dichiarazioni del sindaco Stefàno, addirittura all’interno dello stesso edificio.
Il comune, nella persona del primo cittadino e dell’assessore alle politiche giovanili, Mario Pennuzzi, con la delega alla supervisione dei lavori al consigliere comunale Voccoli, si impegnò per far partire la riqualificazione e a rendere finalmente un servizio ai giovani di questa città.
L’impegno preso dall’Amministrazione Comunale riconosceva pubblicamente il lavoro dei ragazzi/e in modo assoluto, tanto da consegnare al Cloro Rosso, in attesa della fine dei lavori presso la Martellotta, un altro posto abbandonato al suo destino come il teatro Mignon, che doveva servire a tenere viva l’esperienza culturale e di socializzazione . L’ipotesi Mignon naufragò quasi immediatamente per pressioni esterne di ogni genere e la continuità di una piccola parte del nostro impegno e delle nostre progettualità venne garantita grazie all’immediata ospitalità della FIOM-CGIL che, fino alla messa a norma dell’ex Martellotta, conserva ancora la nostra palestra popolare, ancora oggi funzionante e a disposizione della comunità presso il Palafiom.
Ben presto i fatti hanno smentito le parole e le intenzioni, otto mesi dopo questi presunti accordi, il comune ha disatteso, l’ultima di una lunga serie, la promessa di un appuntamento attorno a un tavolo tecnico che, nelle intenzioni della stessa Amministrazione Comunale, doveva svolgersi pubblicamente e prima delle vacanze di Natale.
A fronte di questa ricostruzione dei fatti, le Istituzioni cittadine ci costringono a rientrare nella ex scuola Martellotta. Con questo gesto simbolico reclamiamo la necessità di avere risposte concrete alle nostre richieste e quindi di mettere a disposizione della città, e di chiunque voglia mettersi in gioco per una Taranto diversa, un laboratorio giovanile, che sia luogo di socialità e pratica di alternative possibili.
Come i nostri trascorsi evidenziano, anche in questa occasione ci rendiamo disponibili al dialogo con le istituzioni cittadine ma, a differenza del passato, non ci fideremo più di strette di mano e rassicuranti dichiarazioni a mezzo stampa; è arrivato il momento, per l’Amministrazione Comunale, di scoprire le carte: non usciremo dalla struttura dell’ex scuola Martellotta fino a quando non avremo un segno tangibile e concreto della volontà di restituire quel laboratorio politico e culturale che è stato il CloroRosso per quasi tre anni.
Crediamo che le migliaia di persone che in passato hanno attraversato quei luoghi converranno con noi nel pensare che questa città senza CloroRosso è una città che ha perso qualcosa. Crediamo che l’ accumulo di esperienze nate nel centro sociale sia un valore da riconquistare e salvaguardare; crediamo che il CloroRosso sia un bene comune del quale nessuno può rivendicarne il possesso, ma che si configura come una risorsa per tutte/i , per chi vuole, dal basso, costruire un' altra città visto che dinnanzi a noi scorgiamo solo le macerie di quella attuale.
Negli ultimi tre anni tante cose sono successe, qualcuno se ne è andato, altri si sono avvicinati, immutata è rimasta la voglia di costruire tra noi un comune di lotte che partendo da quello spazio fisico si proponga di essere motore di cambiamento per l’intera città. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di aggiungere al nome di questa esperienza un 2.0, che sia uno spartiacque con il passato ma che, facendone tesoro, guardi al futuro di un progetto che non è stato mai messo in discussione e al quale ci approcciamo con rinnovato entusiasmo e determinazione.
Chiediamo a tutte/i di venire a difendere quello spazio di democrazia che ci siamo conquistati e che non ci vedremo più sfuggir via dalle mani, facciamo appello a tutti i sinceri democratici, alle forze politiche e sociali, che vorranno dar vita ad un nuovo momento costituente del progetto, che sia luogo di ricomposizione dove le differenze diventino valore aggiunto e non limite alla costruzione di un'altra città.
Una città che sappia parlare di solidarietà ed accoglienza, di dignità ed inclusione, dove non esistano più ghetti e periferie, dove non esista più il sacrificio di una notte in altoforno e la frustrazione di chi un lavoro non ce l’ ha e forse non lo avrà mai, dove non si sia costretti a emigrare ma pronti ad accogliere.
Questa è la scommessa che incarna quelle quattro mura dell’ex scuola Martellotta, questa è la scommessa che tante ragazze e tanti ragazzi di questa martoriata città stanno facendo e che non hanno nessuna intenzione di perdere, non ora! non questa volta!
La scala è gettata…siamo in ballo adesso!».
C.S CloroRosso Taranto 2.0