Spagnuolo (Cia) chiede invece aiuti e sostegni
«Basta piangersi addosso, vedendo sempre il bicchiere mezzo vuoto e rimarcando sempre le criticità. Se si vogliono raggiungere gli obiettivi e se si vuole percorrere la strada della crescita bisogna pensare in grande».
L’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, ha pungolato i produttori del comparto agricolo e, con essi, anche i rappresentanti delle organizzazioni professionali presenti nel corso del convegno che, su iniziativa della Pro Loco, si è svolto ieri sera ad Avetrana. In particolare la Cia, che ieri era presente con il presidente di Avetrana, Piero De Padova, con il presidente provinciale Nicola Spagnuolo e con il presidente nazionale Giuseppe Politi.
«L’agricoltura jonica ha molti più problemi di quelli delle altre province salentine» ha affermato Spagnuolo. «In particolare, ha il problema della salubrità e della vivibilità: oramai Taranto si associa alla diossina, E’ un meccanismo perverso, che ha coinvolto gli allevamenti, l’agricoltura e ora anche le cozze. Un gap di immagine che può essere superato solo se c’è un aiuto. Proprio come lo Stato, ad esempio, sovvenziona il patrimonio storico e monumentale. Anche gli ulivi sono stati definiti monumenti da una legge regionale, ma nessuno aiuta i contadini a continuare a tenerli in vita».
Stefàno, ricordando come la Regione abbia speso anche più dei soldi a disposizione per il PSR in poco tempo (evitando il rischio che ritornassero indietro, visto l’imminente scadenza del termine ultimo) e che per ottenere tali finanziamenti sono arrivate anche 2.400 domande di giovani imprenditori del settore, ha spronato gli agricoltori a compattarsi.
«Quando ho provato a convincere la grande distribuzione a comprare l’uva da tavola locale, è sorto un problema: in Puglia vi erano 5.000 produttori» ha ricordato Stefàno. «La grande produzione pretende di avere un solo interlocutore, che produce quantità e qualità prestabilite. Bisogna imitare ciò che avviene in Trentino per le mele, dove le aziende sono anche più piccole per estensione, in media, di quelle pugliesi, ma sono tutte raggruppate in sei organizzazioni di produttori, e tutte, poi, sono consorziate in un’unica realtà per la commercializzazione. Serve questo per vincere la crisi. Non per forza autostrade e aeroporti in ogni provincia».
A Stefàno ha poi replicato Giuseppe Politi.
«Se l’agricoltura è in crisi è perché mancano delle risposte certe e concrete dal mondo politico» ha dichiarato Politi. «Io credo che ognuno debba fare il proprio dovere. L’agricoltore lo fa, coltivando prodotti di grande qualità. Ma anche il politico deve fare la sua parte. A lui spetta il compito di incentivare o disincentivare la creazione di grandi organizzazioni di prodotto anche in Puglia, rendendo conveniente o meno l’adesione».
Al convegno, aperto dal presidente della Pro Loco, Emanuele Micelli (che ha presentato il nuovo portale dell’associazione), sono intervenuti anche Salvatore Attanasio, animatore del Gal “Terre del Primitivo”, il consigliere provinciale Bartolo Punzi e rappresentante di Confcommercio, Vincenzo Trani.