I legali: «Non conta»
“Nonostante il mio assistito abbia già manifestato l’intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere e nonostante il veto della Procura, che gli impone di non parlare dell’indagine in corso, si chiede ancora una volta al mio assistito di compiere un sacrificio”. Lo ha detto l’avv. Daniele Galloppa, uno dei difensori di Michele Misseri, parlando con i giornalisti prima di entrare nel carcere di Taranto per partecipare all’interrogatorio dell’agricoltore accusato dell’omicidio di Sarah Scazzi.
Ad interrogare zio Michele, nell’ambito d’indagini difensive, sono gli avvocati Franco Coppi ed Emilia Velletri che assistono Sabrina Misseri, accusata dal padre Michele di aver ucciso la cugina Sarah il 26 agosto scorso. All’interrogatorio sono presenti anche il procuratore di Taranto, Franco Sebastio e il procuratore aggiunto, Pietro Argentino.
Il nuovo interrogatorio si è concluso dopo circa un'ora con Michele Misseri che ha confermato di non voler rispondere ai difensori della figlia Sabrina, coimputata per l’omicidio di Sarah Scazzi. Il suo difensore Daniele Galoppa, uscendo dal carcere di Taranto con il collega Francesco De Cristofaro, ha reso noto che l'imputato ha risposto ad una sola delle domande che gli sono state poste, in particolare, ha risposto solo se conoscesse il contenuto di due lettere da lui inviate alle figlie. La risposta è stata affermativa. Zio Michele invece si è avvalso della facoltà di non rispondere sulle altre domande che gli sono state poste.
«Avevamo necessità che Michele Misseri riconoscesse il contenuto delle due lettere inviate alle figlie che, ovviamente, hanno uno stretto interesse per la difesa di Sabrina, e delle quali non posso rivelare il contenuto». Lo ha precisato l’avv. Franco Coppi, uno dei legali di Sabrina, uscendo dal carcere.
«La verità – ha aggiunto Coppi – la conoscono solo il Padreterno, Michele e sua figlia. Abbiamo fatto altre domande che non avevano attinenza agli atti secretati ma sempre riferite alle due lettere, ma Misseri ha rifiutato di rispondere». Poi parlando di Sabrina il legale ha sottolineato che «è una ragazza molto provata da questa vicenda».
AVVOCATO COPPI: ORA ASPETTIAMO LE MOSSE DEL PM
«Alla domanda specifica sul contenuto delle lettere, Michele Misseri si è riservato di rispondere se e quando sarà interrogato dai magistrati». Lo ha riferito l’avvocato Franco Coppi parlando ai giornalisti dopo l'interrogatorio dell’agricoltore in carcere. «Misseri è apparso così come l’ho visto sempre in tv, con quel suo strano sorriso» ha aggiunto il penalista.
«Le due lettere, composte da due-tre paginette, scritte in un italiano approssimativo ma sufficientemente decifrabile, sono nella mani dei magistrati che dovranno valutarle. Se ritengono di dover prendere iniziative lo faranno, se pensano invece che sono, per così dire, carta straccia, resterà tutto così com'è. Noi - ha aggiunto – comunque siamo soddisfatti. Forse qualcuno pensava – ha proseguito Coppi – che noi saremmo venuti qui a sentire la quinta, sesta, decima versione, ma sin dal primo momento avevamo interesse solo a una verifica di questa lettere».
Secondo il legale è stata data «eccessiva importanza a quella che avrebbe dovuto essere l’ampiezza del nostro interrogatorio. E’ importante – ha concluso sull'argomento delle lettere – che Michele Misseri abbia riconosciuto di aver scritto quelle lettere di spontanea volontà e senza pressioni, anche se poteva essere più completa la sua disponibilità».
NELLE LETTERE MICHELE SCAGIONEREBBE SABRINA
Nelle due lettere inviate la vigilia di Natale alle figlie Sabrina e Valentina, Michele Misseri di fatto scagionerebbe la secondogenita Sabrina scusandosi per averla accusata dell’omicidio di Sarah Scazzi e cambiando ancora una volta versione. Lo si è appreso da fonti vicine alla difesa di Sabrina Misseri, in carcere per l'uccisione della cugina quindicenne.
Michele Misseri nelle lettere non avrebbe fatto i nomi di altre persone che avrebbero partecipato all’omicidio. In entrambe le lettere, sempre secondo le stesse fonti, l’agricoltore avrebbe scritto che Sabrina è innocente. Le missive sono ora al vaglio degli inquirenti. Il contenuto della lettera inviata a Sabrina, secondo le fonti vicine alla difesa della ragazza, sarebbe «molto più forte di quello della lettera fatta recapitare all’altra figlia».
LEGALI DI MISSERI: VALE L'INCIDENTE PROBATORIO
«Allo stato quello che conta è ciò che ha detto Michele nell’incidente probatorio e null'altro». Lo dichiarano in una nota gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali della famiglia di Sarah Scazzi, riferendosi a quanto emerso oggi dall’interrogatorio di Michele Misseri da parte dei difensori della figlia dell’agricoltore, Sabrina.
«A quel racconto – proseguono Biscotti e Gentile – manca un pezzo di verità la cui ricerca appare oggi contrastata da chi soprattutto ne teme forse le conseguenze. L’impressione nostra è che Michele sembra mostrarsi di fronte ai suoi familiari molto plasmabile e temiamo che stia subendo quell'influenza che lo vuole a tutti i costi 'ricacciato dentro il garage', lasciando ad altri la gestione degli eventi». «Noi intanto – concludono i due legali – continuiamo ad approfondire tutti gli aspetti e ogni soggetto, di famiglia e non, che in qualche modo possano aver avuto ruoli e consapevolezze in ordine all’omicidio di Sarah».
DI NUOVO INTERROGATE COSIMA ED EMMA
Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri, e sua sorella Emma sono state ascoltate nel pomeriggio nella caserma di Avetrana dalla squadra di polizia giudiziaria di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, per il quale sono in carcere lo stesso Michele Misseri e la figlia Sabrina, da lui chiamata in correità. L'audizione avrebbe avuto per argomento la visita compiuta nei giorni scorsi dalle due sorelle a casa di Carmine Misseri, fratello di Michele.
In quella circostanza, secondo quanto riferito da Carmine poi ai magistrati, Cosima ed Emma avrebbero mostrato all’uomo un telefonino, chiedendogli di aprirlo e dicendogli che apparteneva a Sabrina: le due donne avrebbero aggiunto che un altro telefonino, forse appartenuto a Sarah, era rimasto incastrato nel cruscotto della Opel Astra della stessa Cosima. Carmine Misseri però si sarebbe rifiutato di aiutare le due donne, recandosi poi in procura a Taranto per segnalare l'episodio.