Cara figlia ti scrivo, così ne riparliamo un po'
Fattore c., provvidenza allo stato puro, o oscura regia del pool difensivo della Sabrinona nazionale? Queste le domande in coda alle tante altre dopo la scoperta del lungo epistolario intra ed extra omnes tra Taranto ed Avetrana che rimpolpa il lungo giallo a puntate di casa Misseri & Misteri.
Sempre in prima pagina da cinque mesi a questa parte, il nuovo coup de théâtre dello zio Michele e le sue letterine natalizie, definito dagli inquirenti il peggiore chiamante in correità per un investigatore, riscrive il copione di versioni fiume rese nel corso di diversi interrogatori, e che adesso, rimette in gioco tutto, incidente probatorio in primis. Unica beneficiaria di questo tardivo pentimento Sabrina, agnello immolato dal padre per non ingoiare nel baratro dell’orrore la Sora Mimina, aiuto regista di un gruppo di avvocati che si allarga di giorno in giorno. In fondo per i figli solo il meglio!
Ergo? Se Michele chiama la Procura risponde. Detto fatto, un blitz nella cella del contadino fornisce agli inquirenti Rosati, Buccoliero, Sebastio un bottino di 37 lettere monotematiche, perché l’amore di padre vs bisogno di rispondere alla giustizia.
Appare sin da subito il percorso e la direzione occulta della vedova bianca Cosima Serrano, protagonista di un lavaggio del cervello con candeggio al marito splendido splendente in formato basic instinct, viste le conseguenze, con P.S da imperativo categorico: “Se non rispondi agli inquirenti non sei un uomo e se devi rispondere devi fare come ti dico io”.
La mantide colpisce ancora ed i suoi pizzini mentali vengono raccolti nelle missive proprio alla vigilia della nuova richiesta depositata presso il Tribunale del Riesame che si deve pronunciare sulla scarcerazione di Sabrina Misseri, entro venti giorni, nella speranza che, con il papà dalla sua parte, repetita iuvant e c’è qualcosa di nuovo nell’aria, forse l’illusione della libertà.
E Daniele Galoppa? Poca roba, ieri l’interprete del Michele pensiero esposto all’odio del clan al femminile di un ramo della famiglia, oggi gabbato anche dal suo assistito che, oltre a rispondere al Gip deve anche rispondere a lui delle lettere natalizie misteriose, degli antefatti delle stesse, di un rinnegamento alla Pietro, che è prologo di un eventuale me ne lavo le mani dell’avvocato grottagliese.
Intanto queste missive, che nel frattempo stanno facendo il giro di rotocalchi rosa e trasmissioni in prime time, al setaccio non solo degli investigatori, ma soprattutto di esperti, autori di ipotesi variopinte tra il drammatico e il faceto, per capire se sono dettate, copiate, spontanee, o dichiaratamente false.
L’ennesimo episodio di questa epopea senza fine sicuramente degli effetti ha sortito: allontanare chi di dovere dal raggiungimento della verità, creare interrogativi per rimescolare il minestrone dei ma e dei forse, prendere tempo da un lato, farlo perdere dall’altro. La mancanza di ogni riscontro oggettivo sulla indagini dei reparti speciali dei carabinieri, i Ris, non aiuta, mentre la certezza della premeditazione rappresenta l’unica vera novità delle ultime ore che spingerebbero in avanti l’ora del delitto, allargherebbero la rubrica dei sospettati, riscriverebbe la stesura dell’occultamento del cadavere, tirerebbe le orecchie al dottor Strada accusato della sin troppo tempestosa autopsia.
Come dire niente di nuovo all’orizzonte. Le pagine eloquenti del diario di Sarah sembrano confermare l’ipotesi delle gelosia di Sabrina per Ivano, a suo dire preso dalla bellezza acerba dell’adolescente donna per un momento, unico movente attendibile per la Procura.
Povera Sarah, le tocca parlare anche dall’aldilà sperando che qualcuno l’ascolti ora, dopo che tante orecchie erano occluse. Riuscirà l’effetà degli inquirenti a darle la tanto desiderata pace ?
Mimmo Palummieri