Carrieri: «Da tre mesi si attendono gli interventi di messa in sicurezza del cimitero»
«Contro l’indifferenza, l’inerzia e il pressapochismo di coloro che dovrebbero prestare attenzione alle problematiche sociali, non si può che manifestare tutta la rabbia e l’indignazione, mia e di una gran parte di quei cittadini parenti dei defunti che sono tumulati all’interno del “colombario” dei Reduci e Caduti in Guerra”.
Sono trascorsi tre mesi dal 28 Ottobre 2010 giorno in cui il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto (Ufficiale di Servizio Ispettore NITTI VITO) con proprio fonogramma trasmesso a codesto Ente, comunicava l’esito del sopralluogo effettuato dai Vigili del Fuoco di Manduria (TA) lo stesso 28 Ottobre, in seguito ad un mio Esposto del 27 Ottobre. Le disposizioni dei Vigili del Fuoco erano quelle di: “PREDISPORRE IDONEA BARRIERA PROTETTIVA AL FINE DI RENDERE L’ACCESSO INACCESSIBILE.”
Nel mio Esposto ai Vigili del Fuoco avevo evidenziato lo stato di degrado ambientale, igienico sanitario e di presunto pericolo per la salute e incolumità pubblica.
Il sopralluogo aveva confermato i miei timori, poiché, all’interno del fabbricato, erano stati rilevati evidenti “lesioni con infiltrazioni di acqua”.
Il colombario, risalente all’anno 1974 ospita circa 500 loculi e, un’ala del medesimo (130 loculi) posto a piano terra, e interessato a consistenti infiltrazioni di acqua piovana che, dal soffitto si propaga sui fiori posti nei recipienti fissati alle lapidi sottostanti sino a formare un consistente allagamento del pavimento in gran parte del corridoio.
Il degrado ambientale ed igienico sanitario è evidente ad occhio e si sente a naso, in quanto, l’acqua che vi ristagna e i fiori che marciscono rendono l’ambiente malsano.
Mi preme sottolineare che con nota del 4 Maggio 2010 (5 mesi prima del mio Esposto) il Dirigente dell’Ufficio Tecnico di questo Comune, Arch. Luigi De Marco, su segnalazione del Comando di P.M. del 14 Aprile 2010 Prot. 905 con propria nota del 4/5/2010 protocollo Ufficio Notifiche n. 93771 aveva provveduto a DIFFIDARE il Presidente pro-tempore dell’Associazione Combattenti e Reduci di Guerra, affinché, con decorrenza immediata venissero eseguiti i “lavori d’urgenza ai fini del decoro e dell’estetica dell’ambiente” “lavori indispensabili per assicurare la sicurezza della pubblica incolumità”.
Tutto quanto ciò è riportato testualmente nella Diffida!
Poiché l’Associazione Combattenti e Reduci di Guerra non ha inteso ottemperare a quanto previsto in diffida, quali sono stati i motivi che hanno ostentato il dirigente dell’UTC dal non adottare quei provvedimenti consequenziali previsti dalla normativa in materia?
Non ci sono state forse delle superficialità se non proprio delle “omissioni” da parte di chi avrebbe dovuto dare seguito alla diffida nei termini di legge?
La diffida, ben elencava le condizioni di degrado in cui versava (e versa tutt’ora) il colombario e ne sottolineava il “pericolo per l’incolumità pubblica ma, ancora oggi nonostante la situazione sia ulteriormente peggiorata NESSUNO e mi riferisco non solo all’Associazione dei Combattenti, ma soprattutto al Sindaco Ing. Aldo Maggi, che oltre ad essere il Primo cittadino di questo Comune, è anche AUTORITA’ SANITARIA locale nonché responsabile per la tutela della pubblica e privata incolumità per effetto dell’Art. 54 comma 2 del Dlgs. 18 Agosto 2000, n. 267 “Testo Unico sull’ordinamento degli Enti locali”.
E allora, quali provvedimenti questa Amministrazione ha sin qui adottato o intende adottare affinché vengano avviati i lavori di restauro della costruzione contenente i circa 500 loculi? Per quanto tempo ancora sarà interdetto ai cittadini l’accesso sbarrato dalle transenne?
Purtroppo, come già riportato nella nota di cui all’oggetto, alla quale non è stato dato alcun riscontro, il “colombario” non rappresenta l’unica anomalia all’interno dell’area cimiteriale.
Nei mesi di Maggio e Novembre 2010 in due diverse aree del cimitero, sono state rinvenute delle ossa prelevate dai Vigili Urbani alla presenza dei Carabinieri della Stazione di Sava. Di tale ritrovamento si è in attesa ancora di conoscere l’esito degli esami di laboratorio dell’Istituto di Medicina legale che ne dovrà stabilire la natura.
Qualora nell’eventualità gli esami di laboratorio sui reperti ossei dovessero stabilire la provenienza di “natura umana”, i macabri atti di “vilipendio”, potrebbero attribuirsi ad azioni periodiche di qualche mente malata.
Il cimitero comunale dispone di un solo custode il quale, non avendo il dono dell’ambiguità è impossibilitato a vigilare su di un’area cimiteriale che si estende per circa 68000 metri quadri.
E allora, perché non chiudere le botole ossario con lucchetti?
Cosa dire poi dei resti umani riesumati e riposti in una fossa alla distanza di circa 30 centimetrida una fontana sul cui basamento in cemento poggia in precario equilibrio la lapide del defunto?
Altre situazioni incresciose di degrado, rispetto a quanto segnalato con la nota di cui all’oggetto, sono venute ad aggiungersi all’interno del luogo sacro, come:
a) Cedimento del terreno con gravi infiltrazioni d’acqua in prossimità dei loculi comunali posti nel settore R;
b) Vecchie cantine contenenti loculi di resti umani ricoperti in buona parte da immondizia;
c) Quadri elettrici sprovvisti di sistemi di sicurezza;
d) Gentilizia privata ricoperta da circa 20 metri quadri di eternit (già segnalato con nota del 21/09/2010 prot. n. 56/CARR e rimasta senza riscontro alcuno).
Sindaco,
lei non crede che tutto ciò debba essere affrontato e risolto nei tempi più brevi possibile?
I parenti dei defunti non meritano forse una risposta?
Gli stessi defunti, non hanno forse diritto di un maggiore rispetto?
All’Ispettorato per la Funzione Pubblica che mi legge per conoscenza
CHIEDO
nell’ambito delle proprie competenze, ove possibile, di avviare un’indagine conoscitiva sui fatti sin qui riportati e qualora dovesse ritenerlo necessario di intervenire nei confronti dell’Amministrazione Comunale di Sava, chiedendo i chiarimenti di propria pertinenza.
Faccio presente che tale richiesta viene formulata nell’interesse della collettività che in definitiva si vuole tutelare dalle offese subite da parte di chi preposto ad avere maggiore cura e rispetto dei luoghi destinati a dimora delle persone decedute».
Mimmo Carrieri