Le ultime novità del caso Sarah Scazzi
Non una indagine parallela ma «un contributo alla verità». Viene definito così, da avvocati e consulenti della famiglia Scazzi, il sopralluogo compiuto ieri mattina per due ore nell’abitazione della famiglia Misseri, teatro - almeno stando alle ricostruzioni fatte sinora - dell’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto dell’anno scorso. Erano le 10,30 quando gli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile, Luigi Palmieri e Antonio Cozza, assieme al consulente Luciano Garofano, già comandante del Ris (Reparto investigazioni scientifiche carabinieri) di Parma, sono entrati nella casa ora abitata solo da Cosima Serrano, moglie di Michele e mamma di Sabrina Misseri, i due indagati per l’omicidio di Sarah, entrambi detenuti dall’ottobre scorso nella casa circondariale di Taranto.
«È stata una ispezione molto utile e devo dire che abbiamo avuto anche una disponibilità molto apprezzata della signora Cosima» ha detto all’uscita il generale Garofano. Nel corso del sopralluogo sono stati compiuti rilievi metrici e riprese video e fotografiche. In particolare, è stata concentrata l'attenzione su una porta che dal cucinino di casa Misseri apre sul retro dell'abitazione all'aperto per poi condurre in garage. Quella porta all'epoca dei fatti sarebbe stata ostruita da alcune suppellettili che sarebbero state rimosse successivamente dai carabinieri del Ris durante i sopralluoghi, almeno così ha ribadito ieri proprio Cosima Serrano che, assieme al suo avvocato Franco de Iaco, ha detto: «La porta era chiusa col serraglio, l'hanno aperta i carabinieri o non so chi. Finché non l'hanno aperta loro non si poteva passare, mancava la maniglia, non c'era la chiave. La porta c'è, ma era chiusa».
Una dichiarazione che sembra voler sgombrare una ipotesi sulla quale gli investigatori lavorano da tempo, e cioè che l’omicidio sia stato compiuto in casa e che poi il corpo di Sarah proprio attraverso quella porta sia stato portato nel garage. «Le ipotesi le fa la Procura - ha commentato Garofano riferendosi a questa eventualità -, il nostro compito è di contribuire per la memoria di Sarah, per la signora Concetta (la mamma di Sarah - n.d.r.) e per tutta la famiglia Scazzi, a stabilire la verità. Siccome questo appartamento e questo garage comunque sembrerebbero il teatro di un omicidio, è chiaro che noi dovevamo fare i nostri approfondimenti e la nostra ispezione».
«Sono stati raccolti - ha aggiunto l’avvocato Biscotti - elementi di riflessione importanti. L'unico riscontro per il momento è questo accesso da casa al garage. Non abbiamo elementi probatori per sostenere che l'omicidio sia avvenuto in casa, abbiamo elementi logici che ci impongono di pensare che può essere successo in casa. Alla storia del “cavalluccio” e del gioco (come riferito da Michele Misseri - ndr) per noi obiettivamente è difficile credere. Noi facciamo ipotesi e ragionamenti a 360 gradi, senza voler colpevolizzare nessuno. Non escludiamo nulla e cerchiamo - ha concluso - di contribuire, per quanto possiamo, a scoprire cosa è successo. Detto questo, quell'accesso diventa per noi elemento utile di approfondimento tecnico-scientifico».
I legali della famiglia Scazzi nelle prossime ore depositeranno alla Procura una memoria con quanto dichiarato a loro da Sabrina Misseri nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Sarah, quanda la 22enne non era ancora indagata e che evidentemente sarebbe in contrstao con quanto dichiarato dalla ragazza dopo il suo arresto. Una Sabrina che secondo i suoi legali manifesterebbe momenti di depressione, anche se cercherebbe di superarli leggendo ad esempio libri, alcuni dei quali inviatele da fans di Facebook.