venerdì 20 settembre 2024


04/03/2011 21:15:45 - Avetrana - Attualità

Quella strana macchia rossa

 
Nuovo blitz dei Ris in casa Misseri, per l’ennesimo sopralluogo. Motivo, una macchia rossa da sottoporre ad ulteriori indagini che ha catturato l’attenzione del generale Garofano, consulente della famiglia Scazzi, e della sua squadra.
Gli ennesimi accertamenti sulla scena criminis fanno da coda alla precedente caccia alla traccia, per corroborare l’ipotesi acclarata dei magistrati che l’omicidio della quindicenne sia avvenuto nel villino di via Deledda, ed il cui corpo sia stato spostato successivamente in garage per consentire a Michele di sbarazzarsene senza dare molto nell’occhio.
Con una certa facilità, al solo scopo di dare alla figlia Sabrina il tempo di costruirsi un alibi, montando quel depistaggio che per gli inquirenti è la chiara evidenza del tentativo della ragazza di allontanare ogni sospetto su di lei. Chiaro dunque il coinvolgimento funzionale al fatto di Mariangela Spagnoletti, testimone per caso, in un senso e nell’altro.
Spunta dunque questa macchia rossa ritrovata sulla porta che mette in comunicazione il garage e il piano superiore del villino e da sempre detta dal clan Misseri bloccata da epoche remote, prima, come durante l’omicidio.
Sangue, sugo, conserva, vernice questo il dilemma amletico da sciogliere dai Ris per portare un qualche punto certo in una vicenda ancora tutta da chiarire e da definire, fin troppo impantanata all’a, b, c, del detective dilettante. Insieme al nuovo reperto non sono mancate le polemiche, che da sempre hanno accompagnato il caso Scazzi, relativamente alla scelta degli inquirenti di non sigillare o sequestrare la scena teatro del delitto, per evitare contaminazioni intralcio per le indagini, divampate soprattutto dopo il ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, in un campo a più riprese battuto dai volontari della Protezione Civile e non solo, che getta un velo di polemiche sulle modalità delle ricerche, un vero e proprio cerchio di fuoco tra Avetrana e Brembate di Sopra.
Coinvolti inquirenti, reparti speciali, Carabinieri, volontari, unità cinofile dai poteri eccezionali adesso assolti dall'accusa di non poter avvertire nulla ciò che è coperto da una spesa coltre di neve. Non viene risparmiato nemmeno il generale Garofano, ora consulente della signora Concetta Serrano Spagnolo, che funge come mirino nel gioco del lancio delle freccette per via di alcune dichiarazioni sulla necessità di preservare la scena del delitto, ora e solo ora che è chiamato in causa in qualità di esperto della parte lesa.
A lui si deve la richiesta formale di nuove ricerche in via Deledda per prevenire crisi di coscienza tardive ed immotivate, in riferimento a questa macchia rossa di origine indefinita, da esplorare nella speranza di un qualche lontano elemento che possa contribuire al raggiungimento di questa desiderata verità a cui Sarah ha diritto.
Attesa su attesa, snervante sin troppo snervante, se si considera che la rosa degli indagati, già troppo copiosa, pare destinata a crescere per alimentare quella sorta di condominio Misseri che è diventato il carcere di Taranto, prolungamento di quel patto a più mani stretto dal clan familiare.
Prova su prova, dolore su dolore per mamma Concetta cui spetta il compito di assistere ai coperchi che si scoprono, agli altarini ed agli scheletri abbondanti dell’ecatombe Spagnolo Serrano. Ancora da espugnare il fortino Mimina Serrano, sfiorata dall’indagine, ma presunta regista occulto dell’intera operazione Valchiria, in modello piccola scala, di Avetrana, prossima al ripescaggio della riffa parrocchiale senza fine. a nulla varranno i tanti non lo so, non ricordo da opporre alle incalzanti richieste del Gip, se vorrà decidere delle sorti della figlia Sabrina, dopo aver chiesto l’olocausto del
marito, optional di un gineceo di amazzoni dal potere decisionale declinato alle quote rosa.
Si chiude forse un cerchio, fissando i punti fermi da cui partirà il processo del secolo, che tra tanti decenni racconterà, in qualche trasmissione futuristica di canuto conduttore ora in erba, una brutta pagina di cronaca nera di inizio terzo millennio.
 
Mimmo Palummieri










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