venerdì 20 settembre 2024


06/03/2011 11:12:23 - Avetrana - Attualità

Brembate come Avetrana

 
Yara e Sarah, l’assonanza dell’orrore di un’Italia schiacciata dal dolore, ed ancora in stato di shock, facendo tappa attraverso il caso delle gemelline italo-belghe. Storie di cronaca al femminile, amiche, si fa per dire di famiglia degli Italiani, scritte tra le pagine di un diario di Avril Lavigne, ed i settimanali allenamenti in palestra.
Da Brembate di Sopra ad Avetrana le cose davvero non cambiano, perché è ancora caccia all’assassino o agli assassini. Sempre in prima pagina, nell’escaltation dei colpi di scena, simili seppur nella loro diversità, le due vicende portano l’orco della favole nella realtà, facendolo camminare fianco a fianco delle vittime; l’insospettabile, come da classico romanzo detective, capace di trasformare il cyber spazio dell’era moderna nella globalizzazione del meglio del peggio delle paranoie della mente umana.
L’una, Sarah, sognava il principe azzurro, moro e con gli occhi scuri, che non ha fatto in tempo a vederla donna. L’altra rincorreva tante medaglie. Missing persons tra i 700 m. casa-palestra, di Bremabate di Sopra, ed 400 m circa di Avetrana tra casa propria e quella degli zii, di uno stesso giorno di un mese diverso a distanza di una manciata di giorni l’una dall’altra.
La cronaca fa la differenza, marcando le similitudini e le differenze, annunciando clamorose svolte o confermando spaventose verità, face to face insieme ad inquirenti, investigatori, e pool di magistrati stretti nella morsa delle ipotesi da confermare, ballerine nel valzer del tutto può essere, sommersi dalle critiche per la conduzione, le incongruenze e l’organizzazione delle indagini di una caccia al tesoro del macabro, che pone sotto il naso ciò che si cercava all’altro capo del mondo, a portata di mano quanto esperti delineavano lontano anni luce, prefigurando ipotesi da mille ed una notte. Niente nuove buone nuove, ironia a parte, ed è tutto lasciato a ricostruzioni da tirocinio e stage del detective per caso, senza certezze dai Ris, benché i processi siano sul fiato sul collo di tutti, troppi che si attendono verità se non altro per proteggere gli adolescenti che escono da casa per poi.....
Sul fronte Gambirasio ancora in alto mare le indagini che non hanno portato un nome nelle indagini per la morte delle 13enne, ad essiccare al freddo ed al gelo per tre mesi, nonostante le si passasse accanto.
Sempre invece in pole position il caso Scazzi, in cui i responsabili si sprecano nel partito dei tesserati dell’omertà, che continuano a garantire alla Sabrinona nazionale quella buona dose di fattore c. , invidiata da noi comuni mortali, cresciuti a pane e convinzione che parenti serpenti è possibile.
Al momento tutto in una macchia qualche certezza attesa, anche quella ignorata nel corso di copiosi sopralluoghi ed improvvisamente emersa il giorno di San Valentino,
dopo l’ennesimo blitz del Ris, sulla porta che metteva in comunicazione il piano superiore del villino di via Deledda, ed il garage degli orrori, scena criminis poco convincente, nell’omicidio di Sarah, ben lontano da una soluzione definitiva causa surplus di confessioni della fiction Misseri Spagnolo, mentre Cosima è ancora in attesa di giudizio, ed è l’unica regista a piede libero, nonostante da più parti venga indicata come la mente machiavellica del giallo formato famiglia del sud, e responsabile insieme alla figlia Valentina della fine dell’idillio tra Michele e Daniele Galoppa, scalciato fuori dal letto coniugale dei coniugi Misseri, perché terzo incomodo, nel corso del flash mob dei membri del clan più famoso del continente.
In entrambi i casi, l’attesa di una verità accertata che renda giustizia ai vivi, così come ai morti, il cui sogno di vita si è spento prima del tempo, in modo assurdo, mentre si profila un qualche happy end nel caso delle gemelline italo-belghe, altalenanti tra un
avvistamento plausibile ed il buio più completo che apparenta però l’unanime dolore di madri in attesa, chi di un corpo ed una tomba, chi di una soluzione definitiva, chi di una speranza che dia conforto, ed insieme fiaccate sulle rive di un fiume cercando il nome di un responsabile, uno, da esporre al linciaggio dei sentimenti, scongiurando quello concreto posto in essere da un’Italia che celebra l’orgoglio nazionale e la sconfitta per non aver saputo proteggere i suoi figli.
 
Mimmo Palummieri










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