Il libro cuore, cosa di secondaria importanza
Se il ministro Gelmini comanda, gli atenei rispondono. Questa settimana è toccato alle quattro università pugliesi cominciare a chiudere i rubinetti per rispondere all’appello “occhio allo spreco” del Miur, il Ministero della Pubblica Istruzione, la roccaforte del ministro in gonnella, incastellata dall’inizio del mandato Berlusconi in itinere.
Il Rettore dell’università di Lecce, chiar.mo prof. Domenico Laforgia, nel corso di una tesa conferenza stampa illustra l’attuazione in termini numerici del decreto Gelmini che riforma l'università Italiana, introducendo maggiore qualità e meritocrazia, stabilendo criteri più chiari e trasparenti nel turn over delle cariche e delle carriere, riorganizzando l'organigramma di facoltà, corsi di laurea, dipartimenti, gestione amministrativa e logistica del patrimonio immobiliare delle sedi ed affini. Impietosa la scure che si è abbattuta sull'Università del Salento che ridice a 5 o 6 le facoltà a fronte delle 10 esistenti, a 10 i corsi di laurea rispetto ai 17 di partenza, facendo di un pregresso processo di maturazione dell'università di Lecce un pallido ricordo.
“Si tratta di un ridimensionamento ragionato che non prevede la cancellazione in toto di dipartimenti, facoltà e corsi di laurea, ma di un'organizzazione più funzionale, rispondente alle disposizioni del decreto Gelmini che obbliga gli atenei a riqualificare l'offerta formativa accademica in termini di risparmio, di adattamento al mondo del lavoro di riqualificazione interna delle competenze”: con questa parole il Magnifico Rettore dell'Università del Salento ha illustrato il neonato statuto del suo ateneo, ancora in corso di revisione se si pensa che per la facoltà di Lingue si prefigura la possibilità di trasformarsi in un corso di Laurea o della Facoltà di Beni Culturali, o di Lettere o di una qualche facoltà umanistica, annullando quel lungo percorso di trasformazione in Facoltà a sè stante che l'ha vista protagonista in questi ultimi anni, se si considera il considerevole numero di lingue straniere che rientrano nell'offerta formativa dell'ateneo leccese.
Lavori in corso che svelano un evidente dispiacere per questo procedere all'indietro come i gamberi, che inficiano il sostanzioso intervento della regione di 700.000 euro a sostegno del diritto allo studio per gli studenti di un territorio difficile come quello pugliese. Molte naturalmente le polemiche che infiammano gli animi in questo momento difficile per l'istruzione italiana che sta facendo esperienza di anni di sprechi, all'origine di questa cintura di castità imposta alla scuola pubblica, martirizzata dalle ultime dichiarazioni del premier, pungente verso i docente e chiaramente dalla parte di quella privata. Il tutto mentre i numerosi cortei di protesta occupano le prime pagine di giornali e copertine dei media sempre più preoccupati del futuro della nostra scuola.
Edmondo De Amicis pensaci tu.............!!!!!!!!!!!
Mimmo Palummieri