venerdì 29 novembre 2024


15/09/2012 10:51:40 - Manduria - Attualità

L’appello a rispettare gli impegni assunti

 
«Rivolgiamo un accorato appello ai destinatari della presente perché non vengano frustrate e dimenticate le istanze di diritto alla salute di questa parte della provincia di Taranto. In particolare ci rivolgiamo al Governatore della Regione Puglia ed al Direttore della Azienda ASL di Taranto che sappiamo essere persone attente e fattive: rivedete le posizioni e le decisioni prese, fatelo solo e soltanto ad esclusiva tutela della popolazione afferente al P.O. “Giannuzzi”!
Il C.P.M.G. esprime forte preoccupazione per i disagi ed i pericoli provocati dalla cattiva organizzazione sanitaria cui sono esposti gli abitanti della parte orientale della provincia jonica.
Dopo anni di annunci, promesse e dichiarazioni di potenziamento dell’ospedale di Manduria, da parte di politici ed amministratori vari, si osserva invece un lento, ma inesorabile e persistente processo di depauperamento delle strutture edilizie (lavori di ristrutturazione abbandonati ed impianti mai completati) e delle unità operative (chiusura di Ostetricia e Ginecologia, poi Pediatria, quindi Oculistica e poi ancora l’UTIC). Ciò senza prendere in considerazione l’assenza di strutture residenziali per il Distretto 7 e per gli uffici amministrativi, al momento tutti ospiti dei servizi ospedalieri con conseguente inevitabile ingolfamento degli stessi.
Con l’occasione del “Piano di Rientro” si è imposto, per calcoli di pura clientela politica, la sussistenza di 2 stabilimenti ospedalieri (Manduria e Grottaglie), senza risolvere alcun problema logistico ed assistenziale, anzi, semmai si sono create nuove difficoltà e perfino condizioni di pericolo, oltre a rendere precarie le condizioni di lavoro dei dipendenti.
Nell’arco di 30 Km attualmente vi sono tre ospedali, Manduria, Francavilla Fontana e Grottaglie (quest’ultimo a 10 km di distanza da Francavilla e Taranto, con ottime infrastrutture di viabilità nella zona): ci domandiamo a quale criterio di efficienza risponda un tale sistema e quale sarà il loro futuro, considerando l’attuale clima di incertezza e di stagnante recessione.
C’è a tutt’oggi un progetto serio di pianificazione sanitaria? Sappiamo quando anche in Puglia si comincerà a parlare di “area vasta” con relativa integrazione dei servizi sanitari e accentramento dell’offerta ospedaliera?
La Regione Puglia sembra totalmente occupata dai 5 mega-progetti ospedalieri (che per il loro previsto collocamento non sembrano garantire pari opportunità di accesso per tutta la popolazione potenzialmente afferente) e al contempo è costretta ad un “Piano di Rientro” sempre più oneroso, rastrellando energie dagli attuali presidi ospedalieri, in particolar modo dalla periferia orientale della provincia di Taranto.
L’ASL di Taranto, in particolare, in parte subisce l’incertezza della programmazione regionale, in parte risente le conseguenze di problemi storici, come quello di non avere un Centro di riferimento provinciale di alto livello specialistico e che si pensava di risolvere con il S. Raffaele e che il futuro S. Cataldo non risolverà, se non sarà collegato da opportune infrastrutture e se non sarà supportato da strutture efficienti periferiche di 1° livello, atte a “decongestionarlo”.
Intanto c’è già qualcuno che prospetta “mega-punti nascita” in cui far convergere l’intera provincia, senza considerare i grandi disagi per le donne e i nascituri dei comuni orientali che, guarda caso, sono quelli più svantaggiati dalla inadeguatezza delle vie di comunicazione (si è mai pensato a quali rischi si va incontro mettendosi in macchina per raggiungere l’ospedale per partorire? Si pensi al fatto di cronaca accaduto qualche settimana fa a Palermo, dove hanno travato la morte madre e nascituro mentre correvano verso l’ospedale).
Grave è anche la situazione di stress dei medici e degli operatori sanitari in generale che si trovano a vivere in un clima di tensione, incertezza e confusione organizzativa che facilmente causano disorientamento e malessere psicologico favorendo spesso l’assunzione di comportamenti incongrui e pericolosi per sé e per i propri pazienti, come testimoniano gli ultimi fatti di cronaca.
Colpisce anche la totale assenza di iniziativa dei partiti, sia di maggioranza, sia di opposizione e dei sindacati locali su un tema così scottante per la popolazione. Non vorremmo che ancora una volta le dichiarazioni dei politici (pronti a salire in pompa magna sul proscenio nelle varie occasioni di mobilitazione) e dei sindaci dei comuni limitrofi a Manduria siano promesse vane. Soprattutto però non vorremmo che gli impegni presi nelle piazze, nelle assemblee e nei convegni non vengano mantenute. È facile essere profeti veritieri dato il silenzio assordante che attualmente ci circonda.
Il Comitato pertanto invita i destinatari della presente a riconsiderare le scelte fatte finora e rinnovare fattivamente l’impegno per riqualificare l’ospedale di Manduria, per garantire un’adeguata assistenza sanitaria agli abitanti dell’area di afferenza, che altrimenti rischiano di diventare cittadini di serie B.
Il Comitato ribadisce la necessità di potenziare l’ospedale di Manduria:
1.                 completare la costruzione in tempi brevi della nuova struttura distrettuale
2.                 assicurare la “trafila” urgenza-emergenza, mantenendo l’UTIC e completando l’impianto RNM e la terapia intensiva  
3.                 assegnare in maniera definitiva il 4° punto nascita al presidio orientale
4.                 potenziare gli organici di reparti come ortopedia, fiore all’occhiello di questo presidio e nominare un primario in cardiologia-UTIC
Al contempo si invitano i sindaci e le rappresentanze comunali a portare a compimento l’impegno preso di opporsi alla deliberazione n° 1110 anche tramite ricorso al TAR. Infine il Comitato volge un caloroso appello a tutte le forze politiche e sociali, alle associazioni e ai cittadini di continuare nell’impegno per la salvaguardia dell’ospedale “Marianna Giannuzzi”».
 
Comitato Pro Giannuzzi










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