Ma per evitare lo scarico a mare, resta una sola strada percorribile: la deroga del Ministero allo scarico in falda o nei pozzi sperdenti
C’è la volontà e l’impegno da parte della Regione Puglia di dotare il depuratore consortile di Manduria e di Sava delle tecnologie necessarie per affinare e sanificare i reflui. Impegno che si concretizzerà attraverso una variante al progetto già andato in appalto, ma non ancora aggiudicato.
«Non è possibile, invece, sospendere l’iter della gara d’appalto, perché rischieremmo sia i ricorsi da parte delle aziende che hanno partecipato inviando le loro offerte, sia di incorrere in un’infrazione comunitaria molto onerosa» ha chiarito l’assessore regionale Fabiano Amati nel corso di un veloce incontro con il commissario del Comune di Manduria, Aldo Lombardo, e con il docente universitario Mario Del Prete, in rappresentanza del comitato “No Scarico a Mare”. All’incontro erano presenti anche i consiglieri regionali Donato Pentassuglia e Euprepio Curto, più sensibili di altri verso le rivendicazioni dell’intero versante orientale della provincia di Taranto.
L’assessore regionale Amati, però, continua a ritenere irto di difficoltà il percorso verso l’eliminazione della condotta sottomarina e, quindi, dello scarico a mare. L’unica strada percorribile resta quella di ottenere, dal Ministero per l’Ambiente, la deroga a scaricare o in falda o nei pozzi sperdenti in aree non sature.
«Non comprendiamo come mai il Ministero dell’Ambiente non ci dia la possibilità di scaricare in falda le acque sanificate» ha dichiarato Amati. «Abbiamo inoltrato reiterate richieste al legislatore nazionale e al Ministero dell’Ambiente: quel tipo di scarico, che tra l’altro servirebbe a ridurre il cuneo salino della nostra falda. A queste nostre domande non abbiamo mai avuto risposte di merito, opportunamente motivate. Ogni volta i soggetti interpellati si sono limitati ad esprimere immotivati dinieghi. E’ questo il motivo per cui ho continuamente motivato i movimenti di protesta a spostare l’obiettivo delle proprie ragioni su quel campo, interpellando almeno la delegazione pugliese di parlamentari, affinchè si possano far carico del problema».