La sua provocazione: «Manduria, con il suo Primitivo, dovrebbe aspirare ad essere la “Montalcino del Sud”»
«Il commissario del Comune di Manduria non abbandoni l’associazione Città del Vino. Manduria, col suo Primitivo, è la “Montalcino del Sud».
Anche Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme, ma in questo caso nella sua veste di Ambasciatore nel mondo dell’associazione Città del Vino, lancia un appello al commissario Aldo Lombardo, che nelle settimane scorse, spinto dalle nuove regole imposte dalla spending review, ha tagliato una spesa minima, ma ritenuta da Maci assolutamente significativa per l’identità del comune di Manduria, quale quella associativa a un movimento nato ormai 25 anni fa per rilanciare l’immagine del vino italiano.
«È a questa associazione» afferma Maci, «che i viticoltori pugliesi devono molto per averli sostenuti nel rialzarsi negli anni ’80, quando la terra di Puglia è stata travolta dallo scandalo del metanolo. Ed è a questo movimento radicato in tutto il territorio italiano che dobbiamo una importante attività di promozione dei nostri vini, ma anche dei territori nell’ambito di percorsi enogastronomici che sono un volano per l’economia di ogni comunità».
L’auspicio di Angelo Maci è che alla sua voce possano aggiungersi anche quelle «degli amici dell’Ais, dell’Onav, di tutti quei settori coinvolti e della stampa specializzata che ha sempre riconosciuto nella produzione del primitivo, una forma di grande eccellenza».
Un appello che Maci lancia anche al Consorzio di tutela del Primitivo.
«Io presiedo il consorzio di tutela del Salice Salentino e so quanto importante sia per i nostri produttori, trasformatori e imbottigliatori essere parte di un meccanismo di livello nazionale che consente alle nostre produzioni di essere inserite a pieno titolo in un sistema assolutamente glocal».
Ma dopo l’appello, Angelo Maci rilancia con una provocazione.
«Manduria, con il suo Primitivo, dovrebbe aspirare ad essere la “Montalcino del Sud”, ma non è riuscita a sfruttare e valorizzare la sua posizione fortunata, le sue eccellenze, le sue produzioni per attestarsi nel gotha del vino italiano. Credo che una grande sfida per il Commissario con il sostegno delle istituzioni provinciali e regionali, possa essere di ribaltare questa situazione, puntando sul Primitivo come brand per sviluppare una forma di turismo enogastronomico che ad oggi in Italia non ha conosciuto nessun tipo di crisi».