Il 22 ottobre la sentenza del gup Pompeo Carriere sul processo con il rito abbreviato per il concorso di direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Giannuzzi”
Abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa.
Un altro concorso sospetto all’ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria finisce all’attenzione del giudice per l’udienza preliminare.
Si tratta dell’incarico di dirigente della struttura complessa di Chirurgia, affidato il 19 febbraio del 2010 al leccese Agostino Lorenzo Fracasso dall’allora direttore generale della Asl Domenico Colasanto, ora responsabile della Asl di Bari.
Il sostituto procuratore Enrico Bruschi ha chiesto il rinvio a giudizio di Fracasso, di Colasanto, dell’attuale direttore generale dell’Asl di Taranto, Fabrizio Scattaglia (all’epoca dei fatti direttore sanitario), del barese Paolo Valerio e del leccese Michele Vittorio De Palma, il primo componente della commissione esperti, il secondo primario a Copertino.
Secondo l’accusa, gli imputati, in concorso fra loro, avrebbero arrecato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Fracasso, valutando sua documentazione riguardante titoli professionali, presentata oltre il termine della scadenza. Il falso e la truffa vengono contestati unicamente a Fracasso e a De Palma perché quest’ultimo avrebbe attestato la presenza del primo a 1750 interventi compiuti a Copertino nell’ultimo decennio, quando in realtà era stato presente a 1.014 interventi.
L’udienza preliminare si svolgerà dinanzi al gup Valeria Ingenito il prossimo 13 novembre. Parte civile si costituirà il dott. Roberto Massafra, che più volte aveva denunciato anomalie sulla procedura seguita per l’affidamento del primariato al suo collega Fracasso.
E’ attesa invece per il 22 ottobre la sentenza del gup Pompeo Carriere sul processo con il rito abbreviato per il concorso di direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Giannuzzi”. L’abuso d’ufficio e il falso ideologico vengono contestati all’ex direttore generale della Asl di Taranto, Domenico Colasanto, ai tre componenti della commissione esperti (Fabrizio Scattaglia, Palma Pastore e Vittorio Mattioli) e al vincitore Michele Cacciapaglia, dirigente del reparto in questione. Il pm ha chiesto 2 anni per Colasanto e Cacciapaglia, un anno per gli altri tre imputati.