Amati: «Se ci fossero alternative praticabili, la Regione le accoglierebbe. Anche a noi piacciono gli applausi…»
I lavori per la costruzione del depuratore inizieranno nei primi mesi del 2014. L’impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2015, arricchito del modulo per l’affinamento delle acque.
Sono le uniche due novità emerse nel corso della rubrica televisiva di Rai Tre, “Buongiorno Regione”, ieri dedicata alla querelle sullo scarico a mare del depuratore consortile. Dopo il servizio registrato a San Pietro in Bevagna, in cui hanno preso posizione gli ambientalisti di Manduria e di Avetrana, è stata data la parola, in studio, all’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Fabiano Amati, che, per la prima volta, ha indicato i tempi di realizzazione dell’opera, ribattendo, punto per punto, alle critiche.
«Non è stata la Regione Puglia a scegliere lo scarico a mare» ha affermato Amati. «Noi eravamo interessati ad utilizzare le Paludi del Conte come recapito finale delle acque affinate e non ho mai capito le ragioni delle proteste degli ambientalisti. Poi furono le Amministrazioni di Manduria, Avetrana e Sava a chiedere lo scarico in mare».
Sollecitato dal giornalista presente in studio, Amati ha escluso altre alternative percorribili.
«Se ci fossero, noi saremmo i primi a sposarle» ha continuato Amati. «Anche noi vorremmo gli applausi dalla gente e non sempre i fischi. Abbiamo promesso di stanziare i fondi per il riutilizzo in agricoltura. Ma, così come accade per i lavandini che hanno nella parte superiore un buchino per consentire la fuoriuscita del “troppo pieno”, anche per il depuratore dobbiamo prevedere un recapito per i periodi piovosi in cui l’acqua non serve per l’agricoltura. Lo scarico nei pozzi sperdenti? Buona idea, che servirebbe ad arricchire di acqua sanificata e dolce le falde, che stanno sempre più inaridendosi, subendo anche l’avanzamento dell’acqua salata. Abbiamo inoltrato una richiesta di deroga alla legge esistente al Ministero competente (così come fece, a suo tempo, il governatore Fitto), ma la risposta è stata negativa. Se arrivasse la deroga, la soluzione farebbe felice sia la Regione che i cittadini».
Amati si è anche soffermato sui timori che il depuratore possa rompersi e, di conseguenza, scaricare in mare tutti gli scarichi di Manduria e Sava non filtrati.
«E’ vero che ciò avviene» ha spiegato Amati. «Le ragioni? Purtroppo nella rete fognaria spesso finiscono anche scarichi di tipo industriale, per i quali il depuratore non è tarato. Ecco, perché, molte volte i meccanismi vanno in tilt. Ma c’è chi vigilerà affinchè questo non accada».