E’ il protettore dei carcerati e dei prigionieri
Risveglio con i botti stamattina per Manduria e, non solo, per la festa di San Leonardo. Memoria antichissima risalente all’XI secolo, che lo vuole protettore dei carcerati e dei prigionieri, i quali, racconta la leggenda, ne invocavano il nome per vedersi subito liberati da catene, lucchetti e qualsiasi altra forma di detenzione.
Per questo ed altri miracoli, la sua figura è venerata in tutta Europa e lo ha posto la centro di una ricca iconografia sacra, sempre legata alla sua fama di santità e carità verso i detenuti.
La chiesetta a lui dedicata a Manduria mantiene intatta la devozione dei nostri concittadini da millenni, da quei lontani albori del Cristianesimo in cui la conversione di re e regine ne fecero il santo della libertà per eccellenza, adorato, venerato ed acclamato in ogni dove ci sia voglia di strapparsi dal peso delle catene e delle proprie colpe.
E non solo, l’apertura al pubblico della chiesetta, luogo di culto costante in questo periodo dell’anno, garantisce agli interessati la possibilità di ammirare lo stupendo altare barocco su cui emerge imponente la statua del Santo accompagnato dalle chiavi, parte integrante dei ritratti, che seppur diversi lo legano alla sua paterna clemenza verso i detenuti. Attualità cui affidare il destino dei due marò pugliesi, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di Marina bloccati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, al centro di una vicenda intricatissima che li ha visti sull’orlo della pena capitale.
E nell’attesa di conoscere il loro destino, in mano al diritto internazionale, e la giurisdizione territoriale e legale che ponga fine alla vicenda, non possiamo che chiedere un qualche supplemento di intervento al santo odierno, perchè ci metta del suo, seppur nel rispetto delle eventuali responsabilità e, nello stesso tempo per ringraziare i tanti anziani della confraternita che continuano strenuamente ad impedire che quel che resta delle antiche tradizioni venga ingoiato da una modernità fiaccata dal peso della crisi.
Mimmo Palummieri